Sedici anni. Sono passati sedici anni dalla notte che ha cambiato per sempre il volto dell’Aquila e del circondario e la vita di migliaia di persone. Sedici anni di dolore, di rabbia, di battaglie post sisma, per avere verità e giustizia. Sedici anni di processi per la catastrofe del 6 aprile 2009. Sedici anni segnati anche dall’indignazione verso chi, allora come oggi, ha evitato ogni forma di assunzione di responsabilità.
E solo dopo tutto questo tempo, solo oggi, dopo averlo negato per anni e davanti a tutti i tribunali, che Guido Bertolaso (vedi foto, di anni fa), allora capo della Protezione civile, ammette che sì, la Commissione Grandi Rischi, pochi giorni prima della tragedia, andò a rassicurare gli aquilani, terrorizzati da sei mesi di scosse, evidenziando che il peggio era passato e che potevano starsene tranquilli a bere un "bicchiere di Montepulciano".
Ora, a distanza di tutto questo tempo, Bertolaso, all’epoca sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e capo della Protezione civile nazionale, durante gli Stati generali della Protezione civile, svolti a Roma, ha dichiarato:
"L’unico rimprovero... è che non avrei dovuto mandare la Commissione nazionale Grandi Rischi prima del terremoto. Perché non me lo chiedeva nessuno, non lo prevede la legge, sono stato io da scemo... per cercare di tranquillizzare e per spiegare agli aquilani la situazione, che il terremoto non si poteva prevedere, e che quindi l’unica cosa che potevamo fare era quella di mettere in stato d’allerta tutte le strutture. Poi purtroppo non c’erano dei segnali determinanti, decisivi, che potevano far temere una scossa di terremoto di quel livello". Frasi pronunciate il 6 aprile, in concomitanza con le commemorazioni dei morti, e che hanno scosso e indignato L'Aquila e le famiglie delle 309 vittime.
Un passaggio che secondo il Partito Democratico suona come un’ammissione tardiva, resa con leggerezza. In una nota congiunta, firmata da Stefania Pezzopane (consigliera comunale), Stefano Albano (capogruppo Pd e segretario provinciale), Stefano Palumbo (consigliere comunale), Nello Avellani (segretario Pd L’Aquila), Pierpaolo Pietrucci (consigliere regionale) e Michele Fina (senatore Pd), il partito esprime sconcerto e amarezza:
"Cercare di tranquillizzare: eccolo il punto a cui si torna di nuovo, 16 anni dopo. D’altra parte, Bertolaso lo aveva chiarito nella telefonata all’allora assessora regionale Daniela Stati che i più insigni esperti di terremoti sarebbero venuti all’Aquila, il 31 marzo 2009, per ‘zittire subito qualsiasi imbecille, placare illazioni, preoccupazioni, eccetera’. Una operazione mediatica, così – testualmente – la definì Bertolaso. E l’operazione mediatica riuscì. Gli aquilani furono tranquillizzati da quella riunione. Sappiamo cosa accadde, poi".
Il riferimento è alla tristemente nota riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo 2009, convocata pochi giorni prima della scossa devastante delle 3.32. Un incontro che contribuì a trasmettere un messaggio rassicurante alla comunità e fu percepito come una minimizzazione del pericolo in atto. Particolare su cui sono stati incardinati vari processi, conclusi quasi tutti con assoluzioni. (LEGGI QUI: ASSOLUZIONE GRANDI RISCHI e ASSOLUZIONE BERTOLASO)
"Bertolaso - rimarca il Pd - ha sempre negato, si è difeso, ha sbraitato, accusato, puntato il dito contro altri. Sedici anni dopo, oramai fuori da processi e polemiche, riconosce invece che no, non avrebbe dovuto mandare la Commissione Grandi Rischi e che quella riunione, quella operazione mediatica per tranquillizzare, fu un errore. E lo fa con leggerezza, nelle ore del ricordo e della memoria della strage. Parole che indignano, che non si possono accettare; parole che rappresentano una vergogna, incancellabile".
Durante il suo intervento, Bertolaso ha anche aggiunto: "Credo che nessuno di noi si debba rammaricare per il lavoro che è stato fatto, perché è stato sicuramente un lavoro, si può sempre fare meglio, però meglio di come è stato fatto all’Aquila ancora me lo devono far vedere da qualche parte del mondo".
E ha poi proseguito: "La lezione lasciata dall’Aquila? Se ci metti la faccia ti fai male. Ma non bisogna fare un passo indietro, bisogna essere consapevoli che se si fanno le cose bene, senza guardare in faccia nessuno, con impegno, ci sarà sempre qualcuno che troverà il modo per farti del male. Ma l’importante è che sia un atteggiamento che possa colpire un individuo ma non il sistema nel suo complesso, che da quanto accaduto a L’Aquila è uscito alla grande".
Il Pd ricorda infine che le famiglie delle vittime del terremoto dell'Aquila attendono ancora l’approvazione del disegno di legge per i risarcimenti. Un provvedimento più volte promesso, anche dal governo Meloni, ma ancora fermo. 07 apr. 2025
SERENA GIANNICO
@RIPRODUZIONE VIETATA