Non si presenta al promesso interrogatorio davanti alla Corte d’Assise di Lanciano (Ch) e, a meno di colpi di scena, rischia l’ergastolo Flavio Giovanni Meo (foto), 59 anni, di Palmoli (Ch), accusato dell’omicidio aggravato di Carolina D’Addario (foto), 84 anni, amata sarta di Gissi (Ch).
Il 23 dicembre 2023 le ha sferrato, mentre era in cas,a una coltellata mortale al polmone sinistro con una lama da 22 centimetri, poi l’ha rapinata di 20.500 euro e dei preziosi, tra cui la fede nuziale, la collana e un altro anello che l'anziana indossava. Il 9 maggio ci saranno discussione e sentenza.
Il difensore Luigi Masciulli, che l’ha sentito al carcere di Frosinone, spiega: “Non se l’è sentito di venire, non è strategia processuale. Meo non se la sente e non vuole incrociare lo sguardo dei parenti della vittima, perché si vergogna. Cercherò di convincerlo e farlo essere presente all’ultima udienza, per rendere spontanee dichiarazioni. Pensa tutte le sere alla signora. Lui ripete che la pena che gli sarà data la sconterà, ed è pentito perché non voleva assolutamente uccidere è stato un concatenarsi di eventi, una disgrazia, non voleva farlo”.
La mancata deposizione ha messo pure a rischio l’eventuale perizia psichiatrica che la difesa aveva chiesto all’esito dell’interrogatorio. "La perizia – aggiunge Masciulli - è ormai saltata e non ho nessuna documentazione medica, speravo che rendendo l’esame, la Corte si rendesse conto di come Meo dice tutto e il pure il suo contrario. E’ ovvio che nel momento in cui ha commesso omicidio non c’era con la testa. Nessuno se ne va a spasso per strada col coltello insanguinato all’antivigilia di Natale (vedi foto). E’ pacifico che non fosse in grado di intendere e di volere".
La difesa stamane ha formulato l'eccezione di inutilizzabilità delle spontanee dichiarazioni rese da Meo nella fase delle indagini perché, pur avendo dato assenso all’ acquisizione del fascicolo del pm, per beneficiare delle generiche, si è ritenuto che ci sono due atti che non sono utilizzabili. La Corte si è riservata di valutare in sede di decisione. A tale richiesta si sono opposti il pm Vincenzo Chierico e uno dei difensori di parte civile, Alessandro Orlando. Altra parte civile, l’avvocato Agostino Chieffo, afferma: “Questa udienza era preposta per l’esame dell’imputato e, se è pur vero che può revocare il consenso, questo non depone a suo favore. Le parti aspettavano che l'imputato spiegasse l’evento delittuoso e ciò non è accaduto, la Corte terrà conto sicuramente di questo contegno, che non depone a suo favore". 24 gen. 2025
WALTER BERGHELLA
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