Gli hanno trovato 15mila file, tra video e foto, dal "contenuto palesemente pornografico, ritraenti minorenni tra i 5 e i 16 anni, in atti sessuali, con adulti o da soli".
Per aver detenuto materiale scabroso "di ingente quantità", un uomo di 57 anni originario del Lazio ma residente in un centro della provincia di Pescara, è stato arrestato qualche giorno fa dalla polizia postale di Pescara e rinchiuso in prigione.
Il fermo si inserisce in un'operazione più ampia della polizia di Stato, di contrasto alla pedopornografia sul web e tenuta nelle regioni Abruzzo e Marche. Essa ha portato anche altre due denunce.
L'indagine ha preso il via grazie all'attività del Centro nazionale per il Contrasto della pedopornografia online (Cncpo), in collaborazione con organizzazioni no profit internazionali. Le successive indagini sono state condotte dagli agenti del Centro operativo per la Sicurezza Cibernetica (Cosc), ossia Postale, di Pescara, che "ha sfruttato avanzati software di analisi per individuare i tre soggetti".
I decreti di perquisizione personale e informatica, emessi dalla Procura della Repubblica di L'Aquila, sono stati eseguiti congiuntamente dalla postale di Pescara, con il supporto della sezione di L'Aquila, delle Marche e delle sezioni di Pesaro e Ascoli Piceno. L'intervento ha permesso di scoprire un vasto archivio di materiale pedopornografico in possesso dell'uomo finito in cella: immagini e video porno di estrema violenza, con protagonisti bimbi, anche in tenera età, ed adolescenti.
L'arrestato è stato sorpreso, in flagranza di reato, mentre scaricava e condivideva circa 5.800 file hard, tra filmati e immagini. Nonostante ciò ha detto di non saperne nulla e di essere rammaricato per l'accaduto.
Durante le perquisizioni, le forze dell'ordine hanno sequestrato uno smartphone, cinque hard disk, due tablet e tre sim card, per un totale di circa 7 terabyte di materiale illecito. E' stato portato nel carcere di Chieti, per la sua "pericolosità sociale", perché potrebbe commettere "altri delitti della stessa specie" e perché potrebbe esserci la "reiterazione del reato".
Già nei giorni scorsi, un uomo, di un altro centro del Pescarese, era finito in cella a Chieti perché trovato in possesso di 7mila file sulla pornografia infantile. 05 mar. 2025
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