Dopo due anni di fermo a causa del Covid, riecco a L'Aquila la "Fiaccolata della memoria". Un lungo serpentone di luce per le vie del centro, per non dimenticare il dramma che annientò la città il 6 aprile 2009, quando il terremoto fece 309 morti e seminò terrore e distruzione.

"Una grande emozione che si rinnova, dopo che per due anni abbiamo dovuto celebrare questo momento, intimo ma anche comunitario, chiusi dentro casa e solo simbolicamente - dice il sindaco , Pierluigi Biondi -. E' il momento - riflette - di una comunità che si ritrova, e che rinnova non soltanto il suo dolore ma anche l'auspicio di proseguire sulla strada della rinascita che L'aquila e il cratere hanno imboccato a pieno. E' un momento per raccontare la rinascita dell'Aquila ma che vuole essere di auspicio a livello nazionale e internazionale, e far sentire la nostra voce contro ogni guerra e vittima innocente. Un pensiero commosso va alle famiglie del Centro Italia colpite dal sisma; a quelle che hanno pianto le vittime della pandemia e di altri disastri; a quanti perdono la vita nei conflitti che ci sono nel mondo: in questo momento quello che ci colpisce è al confine orientale dell'Europa e, per questo, il braciere nel Parco della Memoria, al termine fiaccolata, sarà acceso da atleti della Nazionale di ciclismo Ucraina. Ragazzi - sottolinea Biondi -  che ospitiamo negli alloggi del Progetto Case, costruite dopo il sisma per ospitare chi una casa non l'aveva più, nemesi tra accoglienza ricevuta e accoglienza restituita".

“Da L'Aquila - afferma durante il corteo Vincenzo Vittorini che, a causa del sisma, ha perso la moglie Claudia e la figlia Fabrizia - deve partire un messaggio forte. La memoria viva affinché tutte le tragedie che costellano questa Paese, bellissimo ma fragile, non debbano più ripetersi. Qui ci sono in presenza e idealmente tutti i rappresentanti delle tragedie italiane, come San Giuliano di Puglia, Genova, Viareggio, il Vajont. Ebbene, bisogna arrivare prima, occorre finalmente imporre, affermare, una cultura della prevenzione. Questo dobbiamo gridare forte qui a L’Aquila. E il ricordo quest’anno va anche alla cara Antonietta Centofanti, che non è più tra noi, che in tutti questi anni si è battuta con noi, e continuerà a farlo, attraverso noi". 06 aprile 2009

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