Terremoto. L'Aquila 15 anni dopo. Biondi: 'Facciamo memoria della notte più buia per concretizzare i sogni dei nostri giovani’
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"Che meraviglia L’Aquila rinascente. Prima, guardavamo in basso o davanti a noi, oggi, alziamo lo sguardo per riconnettere la nostra anima con la rifioritura della città. 15 anni fa abbiamo sentito il respiro di Dio nell’istante stesso in cui abbiamo capito che non tutto era perduto. Oggi possiamo dire che la nostra rinascita sono idee, di progetti, di realizzazioni - che hanno saputo tradurre i graffi dell’anima in opere d’arte, il sentire collettivo in un bellissimo ritmo urbano, la città in un luogo di cultura permanente". Così il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, la scorsa notte, nel suo discorso per le celebrazioni del 15esimo anniversario del terremoto del 6 aprile 2009.
 
"Il romanzo della rinascita - aggiunge - ci racconta che le 309 vittime sono il nostro memorandum perpetuo, sono la chiave di volta dei nostri destini, sono gli ispiratori dei successi che L’Aquila ha realizzato in questi anni, non ultimo la designazione a Capitale italiana della cultura 2026. Un risultato di grande valore prospettico, pensando ai nostri giovani, affinché non debbano mai conoscere nichilismo o rassegnazione. Quindici anni fa ognuno di noi aveva un’altra età, altri obiettivi, altre aspirazioni, altri amori, altri amici". Biondi evidenzia che "non immaginavamo l’aggressione all’Ucraina da parte della Russia o l’attacco di Hamas e la reazione del governo israeliano e le tragedie che questi conflitti portano con sé".
 
E va considerato che "le tracce lasciate dagli eventi bellici nei tessuti urbani si caricano di forti valenze simboliche e la fase della ricostruzione diventa un momento di riscrittura della memoria della città. Anche per questi aspetti c’è un’evidente connessione tra gli esiti delle guerre e gli esiti degli eventi sismici. Il centro storico dell’Aquila inagibile, la sinistramente famosa zona rossa, le tendopoli gestite attraverso rigidi controlli, il trasferimento verso la costa… ricordare tutto questo ci porta alla libertà sospesa che abbiamo vissuto, alle vittime che abbiamo pianto, alla città e alla memoria perduta, alla complessa fase di ricostruzione, al sentimento di perdita per le nostre case abbattute".
 
Alle 3.32, ricorda il primo cittadino, "quei pochi secondi di angoscia e di paura, hanno cambiato le nostre vite avviluppandole in una spirale di dolore e di sconforto, che invece di abbatterci ci ha ulteriormente temprati. Il messaggio di speranza che rivolgiamo oggi ai popoli che subiscono le guerre è che l’amore per la propria patria, la determinazione e il sostegno di altre nazioni nella realizzazione di una pace possibile rendano il processo di rinascita un obiettivo più vicino di quello che la situazione attuale porta ad immaginare".
 
Ora bisogna però pensare ai giovani: "Chi è libero da quel passato - rileva Biondi - sono i nati dopo il tragico evento e noi abbiamo il dovere morale di pensare a loro, aiutandoli a fare della memoria la sostanza della propria identità, ponendo in essere l’attività pura del rammemorare. Come simbolicamente hanno fatto, questa sera al Parco della Memoria, due giovanissimi studenti del nostro Conservatorio, Elisa e Tommaso, accendendo il braciere della memoria".
 
E conclude, rivolgendosi ai propri concittadini: "Care aquilane e cari aquilani, facciamo memoria della notte più buia per godere della rinascita fisica e comunitaria che abbiamo voluto e perseguito; facciamo memoria delle ferite per immergerci nella bellezza della vita; facciamo memoria delle vittime per concretizzare i sogni dei nostri giovani; facciamo memoria per essere tenaci nella crescita e nello sviluppo della nostra terra; facciamo memoria nella preghiera affinché la pace possa diventare protagonista del tempo che verrà". 06 apr. 2024

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Nelle foto il sindaco Biondi e la fiaccolata della scorsa notte

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