Foreste. Wwf: 'In Abruzzo 380mila ettari e faggete patrimonio Unesco'

In Abruzzo si contano oltre 380 mila ettari di foreste e una ricerca del 2015, pubblicata nel volume “Alberi, arbusti e liane d’Abruzzo” di Gianfranco Pirone (Cogecstre Edizioni), individuava ben 34 foreste vetuste, punto di forza di un patrimonio regionale che annovera 190 specie di alberi, arbusti e liane (di cui 51 a rischio di estinzione), 363 alberi monumentali, 65 tipi di foresta, 15 habitat forestali di interesse comunitario e protetti dalla Direttiva Habitat.  Così il Wwf Abruzzo nella Giornata internazionale delle foreste.

Tra le foreste vetuste, ne spiccano cinque ricomprese nel perimetro del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise che nel 2017 sono state inserite nel patrimonio Unesco: circa 1.000 ettari caratterizzati da alberi maestosi, rare fioriture, funghi e muschi che colonizzano i tronchi caduti. Foreste di faggio - viene detto in una nota - dove l’uomo non interviene con tagli di alberi e recupero di legna a terra, dando così vita a un ecosistema simile a quello delle foreste primigenie: la faggeta di Val Cervara, 119 ettari nel territorio di Villavallelonga; la Selva Moricento, 193 ettari tra crinali montuosi e doline carsiche  nel territorio di Lecce nei Marsi; la Foresta Coppo del Morto 105 ettari tra Pescasseroli e Scanno; la foresta di Coppo del Principe, 194 ettari nella Difesa di Pescasseroli, e infine il sito più vasto costituito dalle due foreste di Cacciagrande e di Valle Jancino che insieme raggiungono i 325 ettari. 

"Le foreste vetuste del Parco sono tra le faggete più antiche d’Europa - dichiara Filomena Ricci, delegato Wwf Abruzzo. - Molti alberi hanno un’età eccezionale e il più antico, con i suoi 560 anni di vita, ben era qui prima di quando Cristoforo Colombo salpasse per l’America! Per l’Abruzzo si tratta del primo sito a essere riconosciuto dall’Unesco e per l’Italia il primo a essere considerato per il suo valore ecologico. Proteggere un ecosistema complesso come quello delle foreste vetuste e garantirne la conservazione e la sopravvivenza per il futuro - aggiunge - è una grande responsabilità. Si tratta di habitat fondamentali per la tutela di specie a rischio estinzione come l’orso bruno marsicano, ma anche lupi o picchi, insetti come il coleottero rosalia alpina e rari anfibi come l’endemica salamandrina dagli occhiali, per non parlare di funghi o fiori". 

Le foreste poi rappresentano un alleato importante nella lotta ai cambiamenti climatici grazie alla capacità di assorbire anidride carbonica. 
"Prendersi cura delle foreste, vuol dire prendersi cura anche di noi - ricorda Sefora Inzaghi, direttrice Oasi Wwf delle Gole del Sagittario -. Un ettaro di superficie forestale assorbe in media 22 tonnellate di CO2 l’anno: quindi gli oltre 380 mila ettari di territorio abruzzese ricoperto da foreste si traducono in 8 milioni di tonnellate/anno di CO2 assorbita. A questo si aggiunge anche il ruolo strategico di "custodi della biodiversità" poiché è in questi ecosistemi che molte specie vegetali e animali trovano nutrimento, riparo e rifugio sicuro per riprodursi. Se da una parte nel nostro immaginario i boschi sono luoghi incontaminati di ispirazione poetica o angoli di cui godere per un momentaneo benessere, dall’altra sono invece sistemi complessi, fragili e preziosi per il sostentamento di tutte le forme di vita".  21 mar. 2021

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