Ricostruzione post sisma, Comuni e Regione da Conte. 'Governo riconosca nostre istanze. Recovery fund per progetti'
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Settecento tonnellate di macerie ancora da smaltire, soldi per la ricostruzione in gran parte rimasti sulla carta, moltissime pratiche di richiesta di contributo da esaminare, pochi gli interventi pubblici.

"La ricostruzione nei Comuni del sisma procede troppo lentamente". E' quanto denunciato ieri da sindaci e presidenti di Regione nell'incontro con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi, con i sindaci e una delegazione di rappresentanti delle Regioni colpite dal terremoto negli ultimi anni. "Bisogna imprimere una accelerazione decisa - afferma Antonio Decaro, presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani. - E per farlo - aggiunge - occorrono alcuni strumenti che abbiamo chiesto: rendere stabile fino al 2024 la struttura commissariale e rafforzare il rapporto con i territori individuando nei sindaci i subcommissari, prorogare a tutto il 2024 lo stato di emergenza e le procedure semplificate in materia di appalti nei territori del cratere, nuovi piani per agevolare e dare impulso alla ricostruzione pubblica, un regime speciale per le assunzioni in modo da garantire la continuità tecnico-amministrativa essenziale ed evitare che si disperdano competenze ed esperienze acquisite".

Infine è stato chiesto di sostenere taluni progetti con le risorse del Recovery fund. "La ripresa economica dell'area colpita  - continua Decaro - va sostenuta. E i 138 comuni del cratere dispongono di un parco interventi strategici da realizzare (scuole, impianti sportivi, musei, infrastrutture per il sociale) per 7 miliardi. L'uso del Recovery fund in questa direzione è proprio l'occasione che l'Unione europea si aspetta l'Italia colga". 

Il Governo è, per l'ennesima volta, quindi, chiamato a riconoscere le istanze che provengonodalle città e dai paesi che dal 2009 al 2017 sono stati colpiti a morte dal terremoto e che attendono, faticosamente, in qualche caso di completare la ricostruzione, in altri, ancora molti, addirittura di avviarla. Per l'Abruzzo presente il governatore Marco Marsilio: "Visti i precedenti - dice - non sono granché ottimista, ma coltivo la speranza che primo o poi il governo comprenda. Qualche spiraglio, però, pare esserci. Intanto Conte ha acquisito il carteggio e la documentazione che gli sono stati sottoposti dalle varie amministrazioni. E, in secondo luogo, ha dimostrato apertura all’ascolto, prendendo appunti per tutta la durata del summit. E' chiaro che questo dovrà trasformarsi in un provvedimento di legge che contenga le misure invocate a gran voce".

Marsilio è stato tra i mattatori del vertice romano, anche perché ha anticipato l'incontro con una lettera in cui chiedeva a Conte, accertata la bocciatura degli emendamenti proposti al Senato, l’impegno a inserire le misure nel decreto "Semplificazione". Conte ha aperto la riunione citando la lettera di Marsilio che spiega: "Per 23 mesi il sottosegretario Vito Crimi, con delega alla Ricostruzione, e Piero Farabollini commissario per la ricostruzione post sisma 2016, sono andati in giro dicendo che le cose si sarebbero fatte, ma in realtà Crimi non ha mai fatto un decreto sisma, inserendo solo un capo all’interno dello “Sblocca Cantieri”. In quel caso fu partorito il topolino. A dicembre, poi, con il “decreto sisma” nulla si è risolto. Anche gli ultimi decreti non sono scritti bene. Il Governo deve essere più coraggioso e concreto". Marsilio ha poi proposto la costituzione di un tavolo tecnico composto dai quattro direttori degli uffici speciali. L’idea è stata sposata anche dal commissario per la ricostruzione 2016, Giovanni Legnini. 

Intanto il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, lamenta la disattenzione che il Governo italiano riserva all'Aquila e ai territori colpiti dal 2009. "Il capoluogo d'Abruzzo e gli altri 56 centri che da undici anni sono alle prese con un complesso percorso di rinascita economica, sociale e culturale, - tuona - sono scomparsi dall'agenda politica nazionale. Allo sgarbo istituzionale per la mancata risposta si aggiunge l'indignazione per la sufficienza con cui l'esecutivo nazionale affronta quella che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito una priorità del Paese. Un pressapochismo che umilia il coraggio, la determinazione e la forza di chi fa i conti quotidianamente con le ferite di un evento tragico e luttuoso ma che molti esponenti di questo governo hanno utilizzato esclusivamente come pretesto per passerelle e gite fuori porta". 

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