Lanciano. Faist, incontro con l'azienda a Confindustria. Sit in e solidarietà dei sindaci ai lavoratori
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Sfila davanti al piazzale di Confindustria, a Mozzagrogna (Ch), la protesta dei lavoratori della Faist, ma dall'altra parte c'è la determinazione a voler chiuedere. "E' una vertenza difficile. L'azienda va avanti nel ribadire la volontà a smantellare lo stabilimento. Il confronto riprenderà il prossimo 2 marzo".

Queste le frasi pronunciate al termine dell'incontro tenuto tra azienda e sindacato. Per la prima presenti l'amministratore delegato Marcello Pennicchi, la responsabile delle Risorse umane, Laura Cerquiglini,  e l'ingegnere Massimo Mattoli.  Poi c'è la Fim Cisl con Domenico Bologna e Amedeo Nanni, la Rsa Manuela Ricci e l'avvocato Pierpaolo Andreoni; e poi l'assessore regionale alle Attività Produttive, Mauro Febbo. "Abbiamo chiesto all'impresa - spiega Bologna - di firmare un documento in cui si dichiara che impianti e attrezzature sono stati smontati e portati via di notte. E, con questo, l'abbiamo messa in difficoltà. Non ha voluto firmare. Abbiamo ribadito all'azienda che non hanno rispettato le procedure imposte dalla legge 223 del 91 sul licenziamento collettivo. Non credo - prosegue - che troveremo subito un accordo, anche perché, da normativa, abbiamo 75 giorni di tempo. E' stato siglato un verbale in cui la società si dice disponibile a trovare soluzioni per attutire l'impatto sociale derivante dalle sue azioni. Noi ci muoveremo a livello legale".

"E' stato un incontro tecnico ed interlocutorio - fa presente Andreoni - in cui le parti hanno rappresentato le proprie posizioni e le proprie esigenze". Mentre all'esterno sit in dei lavoratori, durante il vertice, con musiche e l'inno di Mameli intonato a più riprese. Presenti, con le fasce tricolori, anche sindaci e amministratori del territorio che, in una lettera firmata dai primi cittadini di Lanciano, Atessa, Bomba, Guardiagrele, Casoli, Santa Maria Imbaro, Tornareccio, Treglio, Mozzagrogna, Fossacesia, Roccascalegna, Castel Frentano, Villa Santa Maria e Altino, esprimono "forte solidarietà ai lavoratori licenziati" e chiedono "che le istituzioni, a livello regionale e nazionale, si facciano carico della vertenza e consentano il ripristino delle condizioni di dialogo e confronto sindacale previste dalle legge". Stigmatizzano inoltre l'atteggiamento della Faist, che ha abbassato le saracinesche e cacciato tutti da un giorno all'altro. Anzi, da una notte all'altra. 

"Quel che è accaduto - dice Leo Marongiu, presidente del Consiglio comunale di Lanciano - ha dell'incredibile e rappresenta un precedente pericoloso. Qui parliamo di un'azienda che produceva senza problemi, che aveva assunto qualche interinale per poter far fronte alle richieste e che, all'improvviso, per ragioni ancora oscure, ha chiuso e trasferito le produzioni in Umbria".

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