Coronavirus. 'Cura Abruzzo 2': critici categorie produttive e sindacati. 'Dubbi su coperture finanziarie'

"La Regione è sorda al confronto. Ragioni di metodo e di merito spingono ora a dichiarare uno stato di mobilitazione per ripristinare le giuste relazioni". Così associazioni di categoria e sindacati in Abruzzo sul metodo di approvazione delle misure economiche anti-Covid da parte della maggioranza di centrodestra nella seduta dell'altro ieri del Consiglio regionale.

In un nota, Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl Uil e Ugl accusano Giunta e Consiglio di aver "ignorato le nostre proposte" e parlano di "dubbi riguardo alle coperture della legge approvata". Ossia la 118 del 2020, la cosiddetta "Cura Abruzzo 2". Il pool di sigle, che rappresenta la quasi totalità del mondo economico e produttivo, uno schieramento composto da ben sedici sigle di agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione, piccola e grande industria, servizi, sindacati dei lavoratori, va giù duro. E denuncia di essere sistematicamente escluse da qualsiasi confronto e provvedimento.

Critiche alla "logica del fai da te". "Non siamo certo contrari a una serie di misure contenute nella norma, che però pecca di mancanza di visione generale per il rilancio dell’Abruzzo, non contiene alcuna scala di priorità, ed arriva dopo settimane di gestazione e una riscrittura molto ampia della prima versione. Si è cercato di ovviare al vuoto di provvedimenti sin qui messi in campo a favore di imprese e lavoratori, ma sono tanti gli interrogativi che la accompagnano. Prima fra tutti, la copertura finanziaria legata, come si legge nell’articolo 23, a una rimodulazione di fondi comunitari non immediatamente disponibili". Viene chiesto "uno sforzo per individuare priorità e settori bisognosi di maggiori interventi, primo fra tutti il turismo".

"Giunta e Consiglio - tuonano ancora le associazioni di categoria - vanno avanti per la loro strada, ignorando il confronto con le forze economiche e sociali che non sia di pura facciata. Una logica cui non è sfuggito neppure il maxi provvedimento" da quasi 70 milioni. 

"La maggioranza di Marsilio, - viene ancora evidenziato - probabilmente stanca di arrivare ultima - come è accaduto sulla cassa integrazione in deroga e sull'utilizzo dei fondi europei - questa volta fa segnare un primato indiscusso. L'Abruzzo è la prima regione in Italia, dall'inizio del lockdown, in cui le forze economiche e sociali, compattamente, sono costrette a proclamare uno stato di agitazione". 

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