In Abruzzo la popolazione del nibbio reale è in lieve crescita

In Abruzzo la popolazione del nibbio reale è in lieve crescita. Si evince dai dati relativi all’ultimo censimento invernale effettuato dalla Stazione Ornitologica (Soa) nell’ambito del progetto europeo Eurokite coordinato da esperti tedeschi ed austriaci di bird life international.

Più di 270 gli esemplari individuati simultaneamente in sei differenti dormitori. Il nibbio reale è un rapace localizzato in poche nazioni europee, in Italia la sua distribuzione è  frammentata e in Abruzzo questa rara specie è presente esclusivamente in provincia di Chieti dove raggiunge il limite settentrionale di nidificazione sul fiume Sangro.

Il Milvus milvus, nome scientifico del nibbio reale, si distingue da altri rapaci simili per la vasta area bianca sotto il ventre e sul capo, il resto del piumaggio è sulle tonalità bruno-rossicce; peculiare la coda biforcuta che gli consente un maggiore controllo del volo ad alta velocità. La specie è parzialmente migratrice e nidifica tra aprile e giugno, le coppie all’interno delle tribù migratrici si formano ex novo ogni anno e restano insieme per una o più stagione di riproduzione, gli esemplari all’interno delle popolazioni sedentari sono monogami per tutta la loro vita.

Per le sue singolari caratteristiche è una specie di elevato interesse conservazionistico, tutelata da direttive e convenzioni internazionali. Ma il nibbio reale (soprannominato nel vastese “alpalone”, “aquilone”, per via del suo elegante modo di planare) è purtroppo ancora in pericolo, nonostante i dati in crescita riportati dall’ultimo censimento. I motivi sono molteplici:dalle numerose collisioni con le pale degli aerogeneratori, alle uccisioni illegali fino all’avvelenamento causato dalla ingestione di pallini di piombo che si nascondono nei resti di animali abbattuti dai cacciatori di cui il rapace si nutre.

"Speriamo che, dopo gli sforzi, le ricerche e le ennesime segnalazioni della Soa, anche la Regione Abruzzo se ne renda conto contribuendo almeno un minimo alle attività di studio e di tutela svolte solo grazie al volontariato", dice Massimo Pellegrini, ornitologo e presidente della SOoa. 18 gen. 2022

Maria Isabel Aganippe

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