Lunedì 24 gennaio l'uxoricida di Torino di Sangro, Domenico Giannichi 70 anni, che il 29 novembre 2019 ha ucciso la moglie Luisa Ciarelli, 65 anni, lascia la prigione di Vasto (Ch) e va ai domiciliari nella struttura sanitaria "il Quadrifoglio" a Rosello (Ch) e viene contestualmente preso in carico dal Centro di salute mentale di Lanciano.
La scarcerazione è stata disposta dalla Corte d'Assise di Lanciano, presidente Massimo Canosa, giudice a latere Maria Rosaria Boncompagni e dai sei giudici popolari, all'esito della super perizia psichiatrica effettuata da Raffaele De Leonardis, specialista di Pescara in criminologia clinica nominato dalla stessa Corte.
Stamani relazione dell'esperto che ha concluso che l'imputato, difeso dall’avvocato Alberto Paone, ha un vizio parziale di mente. E’ affetto infatti da depressione maggiore con manifestazioni psicotiche congrue e incongrue all’umore, in associazione col disturbo di adattamento e marcati elementi ipocondriaci, ossessivi e compulsivi di entità e natura tale da scemare grandemente la propria capacità di intendere e di volere. Inoltre non è persona attualmente socialmente pericolosa. Per il perito il percorso più idoneo è l'inserimento in una struttura sanitaria psichiatrica protetta.
Sin dall’ udienza preliminare la difesa ha puntato ad ottenere la derubricazione di omicidio preterintenzionale. Sulla tragica vicenda il 18 marzo ci sarà la discussione seguita dalla sentenza. Il giorno del delitto, nella boscaglia di via Montesecco, il pensionato prese la moglie più volte a bastonate sulla testa con un ramo d’albero, poi l’afferrò al collo procurandole con una torsione l’insufficienza respiratoria. Il procuratore capo di Vasto, Giampiero Di Florio, lo ha accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto coniugale, futili motivi e crudeltà.
Nella penultima udienza del 24 settembre scorso Giannichi spiegò alla Corte: "Mia moglie mi manca e penso a lei sempre. Non so dare spiegazione su cosa sia accaduto quel giorno. Ero confuso e molto agitato". 21 gen. 2022
Walter Berghella
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