Ex statale Sangritana nell'alta Val di Sangro tra blocchi di cemento, gimkane e fondo sconnesso

Capita di scegliere, per la gita fuori porta, una zona interna e periferica del nostro meraviglioso Abruzzo, per esempio l’alta Val di Sangro proprio al confine tra tre province (Chieti, l’Aquila, Isernia) e due regioni (Abruzzo e Molise).

Il primo tratto di strada, procedendo da Villa Santa Maria verso il Molise , è piuttosto comodo perché costituito dalla superstrada Fondovalle Sangro che dovrebbe collegare in maniera veloce l’Adriatico col Tirreno. Ma per le note lungaggini burocratiche e tecniche che durano da un quarantennio è ormai celebre come eterna incompiuta: a rallentare i lavori per la realizzazione dell'ultimo tratto, ora, anche la presenza di metano dove si sta scavando la galleria.

L’alternativa per superare gli otto chilometri mancanti è stata da sempre la ex statale 558 Sangritana, di proprietà della Provincia di Chieti per il tratto abruzzese e della Provincia di Isernia per il tratto molisano. E qui cominciano i dolori per l’incauto viaggiatore che vi si addentra. Superato di qualche chilometro il comune di Quadri (e quindi la provincia di Chieti), proprio all’inizio del territorio molisano, ecco che si incappa in grandi blocchi di cemento  e vistosi cartelli che restringono la carreggiata fino a renderla un vero pertugio in  cui a malapena riesce a transitare una macchina. Ma le stesse vetture non hanno sicuramente vita facile a causa di un fondo stradale quanto mai sconnesso per buche che spesso assumono caratteristiche di voragini.   

Procedendo verso Sant'Angelo del Pesco si incontrano nuovi blocchi di cemento e restringimenti di carreggiata di cui risulta letteralmente disseminato  quel breve tratto della provincia isernina. Verrebbe voglia di dire: Benvenuti in Molise!!  Poi si scopre che questa limitazione esiste già da quasi 10 anni, da quando la Provincia di Isernia, su sollecitazione di qualche Comune, ha inteso impedire il passaggio sul proprio territorio dei mezzi pesanti (furgoni,camion, autobus ecc,,).

Da allora partire per una gita da Bomba o da Villa Santa Maria o da Quadri per Roma significa dover andare addirittura a Pescara e da lì prendere l’autostrada per la Capitale.

Significa anche aver deviato verso Vasto tutte le bisarche in partenza dalla ex Sevel, ora Stellantis,  che, furgoni a bordo, per raggiungere il versante del Tirreno devono immettersi sulla Trignina, in un percorso infinitamente più lungo e problematico.

Significa aver tarpato le ali alle aziende operanti nella media Val di Sangro che nel frattempo si erano attrezzate per ricevere il maggior traffico, anche turistico, derivante dalla comodità della Fondovalle Sangro.

Significa aver vanificato la realizzazione stessa di quel tanto atteso collegamento veloce Adriatico-Tirreno/Tirreno-Adriatico. Almeno da dieci anni le cose stanno così.

Il tutto perché nel tratto molisano della ex 558 esisterebbe qualche tratto che presenta delle criticità. E mentre il buon senso vorrebbe che esso fosse ristrutturato in breve tempo, da quelle parti si è pensato bene di chiudere l’arteria ai mezzi pesanti e rimanere così per quasi due lustri, incuranti degli enormi danni e disagi procurati ai cittadini di almeno due regioni e tre province.

Perché non stiamo parlando dell’interruzione temporanea di una strada interpoderale o comunale che interessa un ristretto numero di utenti, ma di una ex statale che rappresenta l’unica alternativa in attesa del completamento della Fondovalle Sangro. E dire che una volta Abruzzo e Molise erano una sola regione e si parla ogni tanto che potrebbe tornare ad esserlo. Meraviglia, in questa annosa vicenda, il silenzio assordante di chi subisce gli immaginabili disagi. 

Che intenzioni ha la Provincia di Isernia, visto che quella di Chieti ha provveduto per il tratto di propria competenza? Sembra intenzionata ad intervenire ma attende un Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri che dovrebbe sbloccare la situazione, per cui i tempi non si prevedono molto brevi. Forse si attende il completamento della fondovalle? Quando quella alternativa verosimilmente non servirà più? Chi  vivrà vedrà ma nel frattempo i disagi per le zone interne sembrano non avere mai fine. 02 OTT. 2025

 VITO PAOLINI

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