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Teramo - Un lenzuolo annodato alle sbarre della cella: si è ucciso così Giovanni Grieco (foto in alto), 41 anni, di Pescara, in prigione dallo corso 6 maggio per aver ucciso Giandomenico Orlando (foto in basso), pasticciere di 67 anni, finito a coltellate davanti al suo negozio di Pescara, in via Puccini. Il suicidio risale alla scorsa notte, intorno alle due, nel carcere "Castrogno" di Teramo dove l'uomo si trovava recluso. L'intervento degli agenti penitenziari è risultato vano. Da quanto si è appreso il detenuto avrebbe lasciato una lettera per la madre con la quale viveva nello stabile che ospita il laboratorio dolciario per cui erano sorte annose liti con Orlando. Le discussioni con il l'artigiano infatti erano diventate sempre più frequenti poiché Grieco si lamentava di continuo dei rumori provenienti dall'attività commerciale che sia per lui che per la madre diceva essere insopportabili. Grieco nei mesi scorsi ha afferrato un coltello e - come aveva più volte minacciato - ha ammazzato il pasticciere, sotto gli occhi del figlio con 4 pugnalate per poi dileguarsi. E' stato rintracciato a Pineto (Te) 8 ore dopo. 


 La prima lite tra i due risale al 2010. Il 41enne ce l'aveva con tutta la famiglia Orlando, nonostante sia la vittima sia la sua famiglia lo conoscessero da quando era bambino. Proprio per i presunti rumori provenienti dal negozio, nel quale sono stati anche eseguiti lavori di insonorizzazione, Grieco aveva preso di mira, in particolare, Alessio, il figlio di Giandomenico, e due volte lo aveva aggredito alle spalle. Per questo nei suoi confronti furono avviati altrettanti procedimenti. La Divisione anticrimine della questura di Pescara aveva anche presentato alla Procura una misura cautelare nei confronti del 41enne senza alcun seguito. L'unico provvedimento, un ammonimento, fu adottato dal questore di Pescara.


Ad occuparsi del suicidio è il sostituto procuratore della Repubblica di Teramo Bruno Auriemma che quasi certamente disporrà l'autopsia. Dall'inizio dell'anno quello di Grieco è il secondo suicidio che si registra nel carcere di Teramo. Il 4 settembre prossimo era stato fissato dal gip del Tribunale di Pescara l'incidente probatorio per accertare la capacità di intendere e di volere di Grieco al momento dell'omicidio di Orlando e la sua compatibilità con il regime carcerario. Nello specifico, nel luglio scorso il legale di Grieco, l'avvocato Paolo Marino, aveva presentato al gip del capoluogo adriatico la richiesta della sostituzione della misura cautelare in carcere a cui aveva allegato la perizia dello psichiatra della clinica Villa Serena, Raffaele De Leonardis. Nella perizia il consulente sosteneva che le condizioni del detenuto, addetto alla sorveglianza di locali e appassionato di fitness, erano incompatibili con la detenzione. Il gip poi aveva acquisito la cartella clinica e il parere del responsabile sanitario della prigione, il quale era giunto alle stesse conclusioni di De Leonardis e cioè che le condizioni di Grieco non erano compatibili con la reclusione. Il gip, quindi, aveva nominato un perito e disposto l'incidente probatorio per il 4 settembre prossimo. 


La mamma di Grieco ha saputo della morte del figlio tramite l'avvocato Marino, il quale ha riferito che il suo assistito scriveva lettere alla madre tutti i giorni. "Verifichiamo tristemente - ha detto l'avvocato Marino - che si è realizzato quello che cercavamo di dimostrare da più di un mese e cioè che le condizioni di Grieco non erano compatibili con il regime carcerario". 11 ago. '15

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