Ospedale Lanciano. 'Quattro i posti in Rianimazione, mai chiusa': Schael getta acqua sul fuoco

"Quattro posti per Rianimazione, che non è mai stata chiusa". Il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, getta acqua sul fuoco su Rianimazione e futuro dell’ospedale.

E, nel corso di una conferenza stampa, spiega le ragioni delle scelte dell’azienda sanitaria. Scelte che sostiene e difende, e rassicura i cittadini non senza precisare “l’inesattezza e la falsità delle affermazioni e accuse circolate soprattutto negli ultimi giorni”. Al centro del suo lungo intervento la Rianimazione e i farmaci.

Argomenti che tengono banco da giorni tra polemiche e denunce, tra proteste e siti-in. Un fuoco di fila che Schael prova a spegnere con una serie di puntualizzazioni. Comincia da lontano, da quel 2013 con l’allora Giunta D’Alfonso e chiama in causa non solo D’Alfonso, ma anche Paolucci, allora assessore regionale alla Sanità, e l’ex sindaco di Lanciano, Mario Pupillo “che non sono riusciti a trovare soluzioni adeguate, hanno aperto un cantiere senza ultimarlo. Nessuno di noi mette in discussone il ruolo del pubblico e quindi dell’ospedale” rimarca Schael, ripercorrendo i passaggi che hanno portato all’attuale situazione ma tenendo prima di tutto a sottolineare che a Lanciano la Rianimazione non chiude, “anzi non è mai stata chiusa, ospita temporaneamente 4 posti Utic”. A dare man forte al direttore generale sono Flavia Pirola, direttore sanitario; Emanuele Tafuri e Umberto Benedetto, direttori rispettivamente dei dipartimenti Emergenza-urgenza e Cuore. 

"Il reparto in realtà non è mai stato chiuso – continua Schael - ma, com’è noto, a metterci in crisi e impedirne la riattivazione a conclusione dei lavori per la rimozione dell’amianto, è stato un esposto anonimo che ha denunciato le carenze strutturali dell’Utic dove, a quel punto, era inevitabile intervenire per la messa a norma. In realtà il problema era noto dal lontano 2013 – evidenzia - così come la necessità di una riqualificazione, alla quale non si era mai dato corso per questione di fondi e forse di poca determinazione a portare avanti il progetto. Ora il problema è caduto addosso a noi, che ci siamo trovati nella condizione di dover intervenire trovando soluzioni praticabili per non sacrificare l’assistenza, sia sul fronte dell’Utic che della Rianimazione. Il nodo da sciogliere è stato proprio questo e abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo per valutare tutte le strade praticabili per limitare i disagi e non creare buchi assistenziali a danno dei malati. Abbiamo quindi trovato il modo per fare coesistere entrambe rispettando la separazione dei percorsi e le condizioni di sicurezza ospitando quattro posti letto di Utic nella Rianimazione; quest’ultima ne disporrà di altri quattro, di cui due nel blocco operatorio per i pazienti che hanno subito interventi e necessità di assistenza intensiva. Una soluzione che non sacrifica alcuna attività ed è in linea con la dotazione di posti letto previsti nel Decreto ministeriale 70 che ne regolamenta il fabbisogno in base ai bacini di utenza”.

Il direttore generale precisa ancora una volta che si tratta di "una soluzione temporanea che permetterà di completare i lavori all’Utic per i quali abbiamo recuperato la vecchia procedura che era stata esperita, con l'appalto aggiudicato. Ora si tratta solo di adeguare di nuovo il progetto originario e stringere i tempi per ripristinare al più presto la condizione di normalità. L’opera richiede un investimento di circa 2.5 milioni di euro, sul quale abbiamo già ottenuto l’impegno del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, e dell’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, a erogare questo finanziamento aggiuntivo". Va detto inoltre che questo “modello organizzativo” ha incassato ieri l’approvazione del Collegio di direzione della Asl Lanciano Vasto Chieti.

Altro nodo è la mancanza di farmaci, lamentata non solo da alcuni pazienti ma anche da medici e personale paramedico. Gli ultimi, in ordine di tempo, a denunciare una situazione di forte disagio sono stati i sindacati. E anche in questo caso, nonostante le testimonianze di chi senza farmaco ci sta davvero ed è costretto a giri interminabili per procurarsi le medicine necessarie alla cura della propria patologia, per Schael e la Pirola non c’è stato alcun taglio.

“Non abbiamo tagliato nulla e non mi stancherò di ripeterlo – ribadisce con forza il dg - e lo dimostra il fatto che la nostra spesa farmaceutica è sempre alta. Mai potremmo negare ai pazienti le specialità di cui hanno bisogno, né paracetamolo né altri più costosi. E’ un fatto, però, che alcune molecole non sono disponibili sul mercato nazionale e internazionale, come riportato anche dal sito Internet dell’Aifa, ma anche in quel caso per fare fronte alle necessità e non lasciare scoperti i pazienti abbiamo acquistato farmaci con la stessa formulazione, ma più costosi. Altro discorso è quello che facciamo con i prescrittori, medici di medicina generale e specialisti, sul richiamo all’appropriatezza, che impone il farmaco giusto al paziente giusto, che è ben diverso dall’accusa di tagliare la spesa sulla farmaceutica". 

“Trovo miserabile dover rispondere della mancanza di alcool o delle barelle in Pronto soccorso che sarebbero a rischio di caduta per i pazienti: ho mandato i tecnici a controllare, sono 18 e hanno tutti le sponde. Per quanto imbarazzante, è doveroso nel mio ruolo chiarire anche questi aspetti una volta che qualcuno per alzare la voce utilizza qualunque argomento pretestuoso. Che sicuramente non fa bene a nessuno: non aiuta a risolvere i problemi e crea sfiducia nella popolazione. Personalmente auspico di riportare nel confronto interno i temi e i nodi che di volta in volta si presenteranno, perché possiamo migliorare solo se lavoriamo insieme e non su fronti contrapposti”. E se per Schael l’auspicio è riportare il confronto in un clima di correttezza e serenità, per i cittadini è importante poter contare su un efficace ed efficiente sistema sanitario, su un ospedale che funzioni, su reparti che abbiano un numero giusto di posti letto. La salute è diritto di tutti, non è un privilegio, e tutti devono essere messi nelle condizioni di accedere alle cure necessarie. Basteranno i chiarimenti e le rassicurazioni del direttore generale a tranquillizzare davvero i cittadini di questo territorio? 12 nov. 2024

PINA DE FELICE

@RIPRODUZIONE VIETATA

Ha collaborato ANDREA FRANCO COLACIOPPO

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