Stellantis, incontro al Mimit. 'Su Atessa occorrono investimenti e bisogna tutelare l'indotto'
GUARDA LE FOTO

Dopo Melfi e Torino, al tavolo Stellantis, il focus è sulla fabbrica di Atessa. La Val di Sangro, quindi, con la ex Sevel, al centro della riunione di oggi al ministero delle Imprese e del Made in Italy. 

Presenti il ministro Adolfo Urso, le organizzazioni sindacali; Davide Mele, responsabile Corporate Affairs di Stellantis; Gianmarco Giorda, di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) e il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio che, al termine del summit, dice: "Sono state fornite rassicurazioni sulla capacità e flessibilità dell’azienda di rispondere al mercato, sviluppare nuovi prodotti e, in particolare, il motore elettrico nello stabilimento di Atessa, già pronto ad accrescere i livelli di produzione non appena le richieste e le quote di mercato cresceranno". 

Urso, durante il vertice, ha sottolineato come "i volumi produttivi dello stabilimento di Atessa sono cresciuti rispetto all’anno precedente e che, grazie ai nuovi incentivi, ci potranno essere maggiori opportunità di sviluppo".  
Marsilio ha annunciato un importante convegno sull’automotive per l’8-9 maggio. E ha puntato l’attenzione sulla necessità di lavorare al "reshoring della componentistica in Abruzzo e per queste ragioni l’accordo che si andrà a definire con Stellantis dovrà mostrare particolare attenzione all'indotto". Ha poi ribadito come la Regione, assieme al Governo, stia lavorando per il miglioramento delle infrastrutture: "dalla portualità, al sistema intermodale delle strade, alla riduzione del costo dell’energia".

Mele ha evidenziato come Atessa rappresenti la realtà più solida in Europa riguardo ai veicoli commerciali. "La nostra strategia "Pro One", - ha detto - grazie ai marchi Stellantis e con l’aggiunta, nel 2023, del brand Toyota, ci ha aperto le porte per essere leader globali in questo settore". L'anno scorso si è chiuso con un 30% in più di produzione.  

Per Anfia serve "un piano decennale per creare le condizioni utili affinché Stellantis sia competitività dentro un gioco di squadra, dove la componentistica di prossimità sia il valore aggiunto".

Il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, insieme ad Amedeo Nanni, segretario Fim Abruzzo e Molise, ha sottolineato l’importanza di tutelare l’indotto, che comprende, oltre a piccole e medie imprese, anche importanti realtà come la Denso di San Salvo, la Marelli di Sulmona e il “distretto del tubo” nella provincia di Teramo, dove si producono sistemi di scarico e che dovrà essere riconvertito in funzione del green". Preoccupazione anche per "la possibile sovrapposizione del sito polacco di Stellantis", dove ugualmente si realizzano furgoni.

Uliano ha poi esternato apprezzamento "per l’attenzione mostrata dalla Regione sul tema della logistica, che riguarda i porti di Ortona e Vasto e il sistema delle infrastrutture necessarie, che potranno incrementare, se completate, le potenzialità e la competitività del sito. Il segretario Fim si è poi soffermato "sulla necessità di investire, anche ad Atessa, non solo sull’elettrificazione ma, in futuro, anche sullo sviluppo e la produzione delle tecnologie a celle di combustibile ad idrogeno". Infine, "in merito al settore della camperistica di Sevel ha chiesto al Governo di lavorare per l’incentivazione di questo importante segmento industriale".

Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore automotive, e Nicola Manzi, segretario generale Uilm di Chieti-Pescara, hanno rimarcato: "Per preservare l'eccellenza di Stellantis Atessa, nonché del vasto distretto industriale che da essa dipende, occorrono investimenti, da parte del gruppo, sulle nuove motorizzazioni e, da parte delle istituzioni, sul miglioramento delle infrastrutture. Bisogna difendere le imprese dell’indotto più vulnerabili".

E ancora: "Chiediamo di impiegare le risorse già stanziate nell'automotive per supportare le imprese della componentistica negli investimenti necessari al loro rilancio, nonché di rafforzare il sistema di ammortizzatori sociali indispensabile per scongiurare il rischio di chiusure e di licenziamenti, che ha già colpito il territorio pochi anni or sono con il drammatico caso della Honeywell".  04 apr. 2024

@RIPRODUZIONE VIETATA

totale visualizzazioni: 920

Condividi l'Articolo