Estrazione metano da sotto al lago di Bomba. 'Stare all'erta': incontro con i cittadini

"Stare all'erta", questo il monito venuto fuori dall'incontro che si è svolto, nei giorni scorsi, a Bomba (Ch), al Museo etnografico, per la questione metano.

L'iniziativa è stata organizzata dall’amministrazione comunale allo scopo di informare la popolazione sulle novità riguardo all'ennesimo progetto, che si profila all'orizzonte, per l'estrazione del gas sul territorio. Stavolta a mettere i cittadini in allarme è la società LNEnergy, ditta con sede a Londra. Ma è legata alla Cmi, che detiene la concessione e al manger Mark Frascogna che da oltre un decennio, ormai, tenta in tutte le maniere di mettere le mani su... Bomba. 

Il sindaco, Raffaele Nasuti, aprendo i lavori, si è limitato più che altro a fare "comunicazione", con un riassunto delle varie fasi della vicenda, iniziata 15 anni fa e che ha visto avvicendarsi diverse multinazionali, puntualmente bocciate, anche dai giudici, nei loro intenti, per la fragilità dei luoghi, a rischio sismico e subsidenza.

Infine primo cittadino ha fatto riferimento al chiaro intento di voler perseguire, come amministrazione, con un progetto molto diverso, quello dell’energia idroelettrica rinnovabile, sfruttando la grande risorsa del fiume Sangro e del lago. Una vocazione molto diversa rispetto all’intento estrattivo di energia fossile.

Poi la parola, sull’aspetto prettamente tecnico, è passata a Massimo Colonna, presidente del “Comitato gestione partecipata del territorio”.  Allo stato attuale, ha rimarcato Colonna, non esiste nessun “nuovo progetto” depositato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ma soltanto una semplice Istanza di valutazione preventiva (Ivp) presentata dalla Cmi per sondare le intenzioni dell’attuale Ministero, e dunque (diciamocelo chiaro e tondo) per sentire l’aria che tira.... E l’aria si è subito fatta sentire con una serie di richieste di approfondimenti molto dettagliati e specifici, di analisi specialistiche, di assicurazioni scientifiche sulla sicurezza in un territorio a forte rischio idrogeologico. Insomma il Ministero ha voluto dire di non ripresentarsi con un progetto di quelli già bocciati in passato o con un loro surrogato, magari innovato solo con qualche carotaggio effettuato in loco.

E' stato anche affrontato il discorso dei posti di lavoro promessi dalla multinazionale, ben 100, ma solo per la fase di costruzione dell’impianto, dunque per un tempo molto ristretto. Ma Bomba già ha avuto una esperienza simile con la costruzione, molti anni fa, della grande diga ultimata la quale, il lavoro è finito e le condizioni del piccolo paese sono, se possibile, peggiorate. Oltre a questo non è che si intravedono vantaggi diversi per i cittadini.

Dunque al momento non sembra che “l’aria che tira” localmente, in Regione e a livello ministeriale sia favorevole ad una attività estrattiva nel comune di Bomba. Tutto appare ancora come una “marcia di avvicinamento” ma i cittadini sono chiamati a vigilare e a non abbassare la guardia. 13 ott. 2023

VITO PAOLINI

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