Sindacati polizia penitenziaria: 'In Abruzzo condizioni di lavoro indecenti'. E scatta sciopero mensa

Condizioni di lavoro sicure per tutti gli operatori penitenziari.

E’ quanto chiedono le sigle sindacali Sappe, Osapp, Uilpa penitenziari, Uspp, Fns Cisl e Fp Cgil della polizia penitenziaria, che stanno attuando nuove iniziative di protesta "per difendere il diritto degli agenti impegnati negli istituti dell'Abruzzo, a lavorare in condizioni dignitose". Le organizzazioni di categoria, nei giorni scorsi, avevano proclamato lo stato di agitazione proprio per richiamare l’attenzione generale su aspetti spinosi quali la carenza di organico, il sovraffollamento dei detenuti, la presenza di soggetti reclusi con problemi psichiatrici.

I sindacati hanno ora annunciato d’aver chiesto un incontro con i prefetti della regione Abruzzo "ai quali vorremmo rappresentare le problematiche particolari di ogni istituto". A sostegno della nostra vertenza abbiamo programmato una serie di iniziative: astensione simbolica dalla fruizione della mensa di servizio in tutti gli istituti per 3 giorni, dal 14 al 16 febbraio; sit-in dinanzi al palazzo della Regione Abruzzo per chiedere ancora una volta che il Governo e la politica presti la dovuta attenzione alle criticità della polizia penitenziaria".

E poi aggiungono: "La situazione generale degli istituti è grave: il personale da anni è costretto a fronteggiare una difficile emergenza, con numeri estremamente esigui, con un indice medio di anzianità pari a cinquanta anni e, soprattutto, costretto ad affrontare eventi critici che non si contano più: aggressioni, autolesionismo, rinvenimenti di telefonini, di sostanze stupefacenti e gestione di soggetti con notevoli problemi psichiatrici. Tutto ciò accade nella quotidiana solitudine degli operatori e nella quasi indifferenza dei superiori uffici. Tutti gli operatori penitenziari vivono una condizione di pesante difficoltà, assistiamo da tempo a politiche volte... a tirare a campare".

"Chiediamo una programmazione di ampio respiro, piante organiche adeguate alle reali esigenze degli istituti, gestione dei circuiti penitenziari che abbiano una logica di vera separazione e non come accade in alcuni istituti della regione, dove sono pericolosamente presenti più percorsi detentivi che costringono gli operatori ad uno sforzo ulteriore per garantire la sicurezza di tutti. Chiediamo che si assumano provvedimenti volti a deflazionare gli istituti dal grave sovraffollamento che attualmente viene gestito, inoltre si chiede che i soggetti reclusi affetti da patologie psichiche vengano gestiti secondo piani terapeutici efficaci e soprattutto da un numero realmente sufficiente di operatori quali psichiatri e psicologi, di operatori dell’area trattamentale".  15 feb. 2023

FILIPPO MARFISI

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