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Lanciano (Ch) - "È passato un anno più o meno da quando Topolino è morto sotto la frana che si è abbattuta sul canile di Lanciano. Pensate sia cambiato qualcosa da allora? Ieri e oggi abbiamo rivissuto le stesse situazioni, le stesse paure. 'Ringraziamo' il Comune per aver lasciato alle stesse condizioni i nostri, vostri, amici a quattro zampe". Così i volontari del canile di Lanciano denunciano ancora una volta lo stato di perenne emergenza in cui si trovano a dover vivere i circa 300 cani ospitati nella struttura. Nel più ampio quadro di un territorio quasi completamente dissestato e piegato dalle ripercussioni del maltempo, si inserisce il doppio dramma dei volontari dell'associazione 'Quattro zampe' che se da un lato, nonostante le difficoltà, continuano ad occuparsi dei cani, dall'altro vedono puntualmente svanire i loro sforzi quando si avvicina l'inverno. Già a marzo scorso erano stati costretti a piangere la morte di un cagnolino dopo che la parete di fango dietro la struttura era franata travolgendo una parte del canile. Da allora poco sembra essere cambiato, e con le ultime piogge la dimostrazione è stata evidente. Box allagati, cucce disastrate e il rischio frane sempre dietro l'angolo e nei giorni scorsi, dopo 48ore ininterrotte di pioggia, sono riemerse tutte le paure.

"Ci troviamo ancora qui a dover chiedere un intervento urgente al Comune - dichiara Adele Saltarella, dell'associazione Quattro zampe-. Non è la prima volta che esprimiamo le nostre fondate preoccupazioni. Abbiamo rischiato già tanto, cosa aspettano che accada ancora? Ho contatto di persona un geologo che è venuto a fare un sopralluogo ed il problema è sempre lo stesso: è necessario mettere in sicurezza la collina alle spalle della struttura. Dopo le confortanti parole del Comune però nulla è stato fatto. Ci chiediamo oggi, dopo tanti disastri, cosa si aspetta ad intervenire?".

A spiegare come stanno le cose è Davide Caporale, assessore all'Ambiente del Comune di Lanciano: "Abbiamo sempre avuto a cuore la messa in sicurezza della struttura. Recentemente abbiamo anche stanziato 20 mila euro per la sistemazione di canali, cucce e la raccolta dell'acqua. Questo oltre ai 100 mila euro che abbiamo destinato alla manutenzione ordinaria. Purtroppo il problema che ci troviamo davanti è un altro. Per mettere in sicurezza la collina in questione è necessario convincere i privati. I terreni non sono infatti di proprietà comunale e a questo punto la legge ci consente di fare ben poco, se non contattare i proprietari e sollecitarli ad intervenire con opere di messa in sicurezza, come ad esempio la rimozione degli alberi più esposti. Abbiamo le mani legate da questo punto di vista ma siamo sempre aperti al dialogo ed alla concertazione di nuove soluzioni". 


1 dicembre '15

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