Taglio riserva Borsacchio. Dal Mic sberla alla Regione Abruzzo

Sonora sberla, a fine campagna elettorale,  da parte del ministero della Cultura (Mic), alla Regione Abruzzo, che ha dato un taglio netto alla riserva naturalistica del Borsacchio, nel territorio di Roseto degli Abruzzi (Te).

L’Ufficio legislativo del dicastero ha "bocciato" sostanzialmente l’emendamento infilato, nottetempo, da alcuni consiglieri del centrodestra (Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo, Forza Italia;  Simona Cardinali e Federica Rompicapo, Lega;  Umberto D’Annuntiis, Fratelli d’Italia), a fine dicembre scorso, nelle pieghe del Bilancio regionale. Leggina che ha rimpicciolito drasticamente l’area protetta, riducendola a 24 ettari, sui circa 1.100 fino ad allora esistenti.

“Per effetto della revisione in senso riduttivo dei confini dell’area, parte dei territori prima ricompresi nel Parco vengono sottratti sia alla tutela naturalistica che alla correlata tutela paesaggistica”, osserva il ministero, il quale rammenta che  “già in precedenza, con la legge regionale 14 del 2021, la Regione Abruzzo aveva operato una riduzione del perimetro del Parco regionale del Sirente-Velino. Legge regionale che fu impugnata dal Consiglio dei ministri con delibera del 22 luglio 2021 e le disposizioni che riguardavano la riperimetrazione dell’area sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale con sentenza 235 del 2022”.

Insomma la Regione, con i suoi attuali amministratori, ci aveva già provato in passato, con un altro Parco, e gli era andata male, con suggello della magistratura. Inoltre, si fa presente, la “revisione” dei confini è stata effettuata in maniera unilaterale, senza il coinvolgimento e la partecipazione, obbligatoria, degli enti locali. Ad esempio Comune e Provincia.

Marco Borgatti, presidente Guide del Borsacchio, spiega: "E' una legge che apre la strada a interventi edilizi straordinari senza rispettare regolamenti comunali o piani urbanistici, mettendo a rischio la tutela e la conservazione del territorio. Essa, come rileva il ministero, ha operato la sostanziale cancellazione della Riserva, in palese violazione del procedimento previsto dalla Legge Quadro sulle Aree Protette e dell'articolo 117 della Costituzione, che sancisce il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni".

"Nei territori interessati dalla riserva - dice Luciano D’Amico, candidato a presidente della Regione del centrosinistra - non ci sarà alcuna salvaguardia e si potrà cementificare in modo pressoché indisturbato. Tutto questo perché la legge regionale innesca un mix micidiale, con possibilità di derogare al regolamento comunale e ai piani urbanistici. E' stato sferrato un duro colpo al nostro patrimonio naturalistico. Non vogliamo chi pretende di imporre un’azione di governo senza l’ascolto dei territori e dei cittadini, senza alcuna visione di sviluppo sostenibile, o senza reale rispetto per una terra, come la nostra, che viene considerata regione verde d’Europa proprio per la sua biodiversità”, conclude. "Elly Schlein parla di “un atto spregiudicato e la petizione promossa per tornare indietro è una battaglia giusta".

E' stato "un attentato all'ambiente", secondo il segretario regionale Pd, Daniele Marinelli, che aggiunge: "Ora il governo deve promuovere la questione di incostituzionalità davanti alla Corte Costituzionale, facendo finalmente l'interesse dell'Abruzzo. Non con le chiacchiere o i treni dei desideri, ma con i fatti". Anche i 5Stelle sulla stessa scia. "Un passo importante - evidenzia il Wwf Italia - verso la necessaria impugnazione di una legge assurda, approvata con azione carbonara, con decisione vergognosa, senza neppure sentire il dovere morale di consultare gli enti interessati".

Mauro Febbo, uno dei fautori del taglio del Borsacchio, insiste: "Nessuna bocciatura. Non è un'iniziativa del ministero dell'Ambiente, quindi si tratta solo di falsi allarmi e di illazioni ripetute pappagallescamente. La riserva è e resterà così come è". Ma secondo alcuni, ad una manciata di giorni dal voto, Marsilio s'impantana nella riserva del Borsacchio.

Dal Mic precisano che non si tratta di "bocciatura" e che le puntualizzazioni inviate rientrano "nella normale prassi dei rapporti tra amministrazioni centrali e regionali e si limitano a fornire elementi interlocutori preliminari. Fase interlocutoria che viene seguita costantemente dagli uffici per ogni legge regionale e che è finalizzata a raggiungere la massima condivisione istituzionale". 06 mar. 2024

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