Coronavirus Abruzzo. Migrante fuggito da centro accoglienza Civitella. Sindaco su tutte le furie

E' fuggito da Centro di accoglieza in cui era ospitato. E il sindaco va su tutte le furie. E' diventato un caso la fuga del migrante di 23 anni del Bangladesh dal centro di accoglienza di Civitella del Tronto (Te). Il giovane è risultato positivo, come decine di altri suoi connazionali, al Covid-19. 

Nonostante la vigilanza h24, è riuscito a lasciare la country house “La Rocca dei Borboni” dove è ospitato il Centro di accoglienza straordinario. E continua ad essere ricercato, da polizia e carabinieri, su tutto il territorio regionale e nazionale. C’è ovviamente preoccupazione perché non si conosce la sua situazione clinica, se cioè può essere ancora potenzialmente infettante o meno. Il centro accoglie 50 migranti, 31 dei quali risultati positivi al coronavirus, tutti trasferiti da Porto Empedocle (Sicilia) nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto.

Aspre le polemiche per l'accaduto. Tant’è vero che dal vertice che si è tenuto ieri in Prefettura arrivano importanti novità: il Cas sarà smantellato. Ovviamente la condizione imprescindibile perché questa possibilità venga messa in pratica è che il secondo tampone sui migranti trovati positivi (e asintomatici) risulti negativo (sarebbe alquanto illogico dare un “tana libera tutti” in presenza di positivi…). Da un’analisi approfondita, comunque, è risultato che i migranti erano stati inviati a Civitella senza alcun controllo sanitario preventivo, nonostante la normativa anti Covid prevedesse espressamente i test sanitari.

Inferocito il sindaco di Civitella, Cristina Di Pietro. Si è presentata al summit in Prefettura per avere delle spiegazioni e soprattutto delle rassicurazioni “perché i cittadini le vogliono dalle istituzioni", ha dichiarato. Ha chiesto come mai nonostante il sistema di sorveglianza il migrante sia riuscito ad eluderlo e ad allontanarsi. Un pensiero comune a tutta la comunità di Civitella, che era stata tranquillizzata dalle stesse istituzioni al momento dell’arrivo dei migranti.

 “Ho chiesto - dice il primo cittadino - che maggiore sicurezza in quella struttura e ho avuto garanzie dal prefetto Angela De Prisco. Mi hanno detto che ci sarà una rivalutazione della situazione, con un rafforzamento e una diversificazione del servizio. Sono ragionevolmente preoccupata per questo chiederò al presidente dell’Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, di farsi carico della questione convocando un tavolo con tutti i sindaci. E' inaccettabile che una problematica di questo tipo venga gestita da un solo Comune, credo che ci debba essere una politica assolutamente diversa”. Il sindaco ha poi annunciato: "Sto scrivendo una lettera indirizzata al ministro e al presidente del Consiglio, perché la problematica più grave è che gli accertamenti sanitari non siano stati fatti prima della collocazione nelle strutture". 

Questa la considerazione fra l’altro del sindaco sulla sua bacheca personale di Facebook: “Ma era prevedibile, comunque. Se sono fuggiti dal loro Paese, se sono venuti con una barchetta fino a qui da noi, figurati se gli fanno paura i nostri servizi di vigilanza. Spero che lo stanno cercando veramente e non solo per far vedere".

Alessandro Di Matteo

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