Reddito di cittadinanza: oltre 61mila beneficiari in Abruzzo e 16mila in Molise. Boom di richieste

Cresce la difficoltà delle famiglie. Al 30 settembre, in Abruzzo, sono 22.890 le famiglie con problemi economici che hanno richiesto di beneficiare della misura, 1.194 in più in un solo anno. In Molise invece hanno chiesto il sussidio 6.184 nuclei familiari, 833 in più. 

Complessivamente le persone che hanno beneficiato del sostegno sono state, nell'anno in corso, 61.903 in Abruzzo e 16.726 in Molise.

I dati sono della Cgil Abruzzo e Molise. Numeri in linea con la crescita che si è registrata a livello nazionale: come lo scorso anno, infatti, le famiglie abruzzesi richiedenti sono l'1,9% del totale nazionale e lo 0,5% quelle molisane. 

In Abruzzo, continua ad essere Pescara la provincia con il maggior numero di richieste (6.652, 827 in più rispetto al 2021), seguita da Chieti (6.315 domande, 819 in più dello scorso anno), L'Aquila con 5.551 domande (+106) ed infine Teramo con 4.552 richieste (172 in più del 2021).

In Molise, invece, con 4.639, si registra una forte crescita di domande in provincia di Campobasso (+757), mentre il dato di Isernia rimane stabile a 1.545 (+76).

Numeri - dice il sindacato - che rimandano ad una situazione di disagio sociale, solo parzialmente mitigata da una misura che mediamente vale, per ogni nucleo, 521 euro in Abruzzo e 524 euro in Molise.

In Abruzzo e Molise, così come nel resto del Paese, i nuclei familiari che ricevono il sostegno sono quelli con un solo componente e quelli con 4 componenti di cui almeno un figlio minore.

"In un momento storico come l'attuale, - affermano Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise e Mirco D'Ignazio, coordinatore regionale Patronato Inca Cgil - ove i venti di guerra fanno i sentire i loro echi con bollette sempre più care e nella difficoltà generale di trovare lavoro, non è quindi immaginabile tagliare una misura che garantisce la sopravvivenza a tanti e tante".

"E' evidente - sottolineano - che, ad oggi, così come per gli altri ammortizzatori sociali (Naspi e cassa integrazione straordinaria in primis) a dover essere migliorate sono le politiche attive del lavoro: aiuto e sostegno concreto alla ricerca di un lavoro che consenta un'esistenza dignitosa a chi oggi non ce l'ha. Ben vengano quindi, le politiche formative, di competenza delle singole Regioni e finanziate principalmente dalle risorse del Pnrr, che si stanno mettendo in campo. Ma si faccia di tutto affinché siano davvero funzionali a dare risposte ai bisogni di chi non ha un'occupazione e non si limitino ad essere un “sostegno” ad enti formativi privati". 26 ott. 2022

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