Atessa. Sciopero oggi alla Blutec. 'In quattro mesi nessuna risposta dalle istituzioni. La pazienza è finita'

"Sono passati 4 mesi dagli scioperi di gennaio nello stabilimento di Ingegneria Italia, ex  Blutec, ad Atessa (Ch), ma la situazione è cambiata di poco. Delle richieste avanzate dai lavoratori uniti, sostenuti da tutte le sigle sindacali, poche si sono materializzate. Di positivo c’è il fatto che almeno il pagamento degli stipendi, con l’amministrazione giudiziaria, avvenga regolarmente e puntualmente, ma sul fronte delle condizioni di lavoro e dei rapporti tra azienda e rappresentanze sindacali la situazione è la stessa, se non peggiore: vige l’immobilità, il silenzio totale e si vaga nel buio". Per ciò l'Usb (Unione sindacale di base) ha proclamato lo sciopero per oggi. Braccia incrociate, per otto ore e su tutti i turni, "per far comprendere che c’è urgente bisogno di chiarezza, di investimenti minimi per portare avanti il lavoro nel modo migliore possibile e farlo in condizioni di sicurezza". 

L’Usb spiega, in una nota, che ha "più volte richiesto, anche all’attuale commissario, incontri su temi vitali per i dipendenti e l’azienda stessa, senza riuscire a ottenere risposta alcuna. Anche sul piano politico l’attenzione che riscontriamo non corrisponde alle dichiarazioni mediatiche dei vari esponenti: il presidente della Regione, Marco Marislio, a cui i lavoratori hanno inviato anche un accorato appello, non ha fatto nulla o quasi, così come i vari assessori competenti. Il Governo ha convocato un tavolo di crisi che si è occupato di tutto il gruppo Blutec senza sciogliere alcun nodo circa questa specifica vicenda e sul possibile prosieguo della trattativa di cessione di Ingegneria Italia srl a M.A. srl che a questo punto, viste anche le vicende giudiziarie, appare un miraggio".

"Probabilmente - viene aggiunto - sono tutti presi da impegni elettorali, tanto che le vicende di chi deve "lottare ogni giorno" diventano secondarie. Ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali era stata chiesta collaborazione e pazienza, ciò è avvenuto, ma non siamo stati ripagati con la stessa moneta dalla controparte. Il rispetto è dovuto a chi manda avanti il lavoro in una sorta di “autogestione” facendosi carico anche di responsabilità non proprie. Se la produzione viene realizzata, in condizioni ormai note a tutti, lo si deve grazie ai manutentori che mettono a disposizione la professionalità, la capacità e l’inventiva, allo spirito di responsabilità e alla volontà dei lavoratori.  Per l’Usb la pazienza ha un limite ed "il tempo è scaduto" per "cercare di risolvere questioni non più rimandabili, per assicurare continuità e futuro ai lavoratori ed all’azienda".

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Foto Andrea Franco Colacioppo

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