Fossacesia. Stabilimento balneare... sull'acqua. 'Quell'area concessa nel 2013. Nel 2006 il fronte mare era di 45 metri'

"Occorre una precisazione. L’amministrazione comunale non ha competenza sulle concessioni demaniali, sulle autorizzazioni e sui permessi per costruire. Questi sono atti che compie il responsabile dell’Ufficio municipale competente, che si avvale del rispetto delle norme vigenti".

Il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, decide di approfondire, in conferenza stampa, i punti cardine della questione "Pirata lido", stabilimento balneare in costruzione a ridosso del mare e che da ieri è stato posto sotto sequestro dalla Capitaneria di porto di Ortona. (GUARDA VIDEO INIZIO LAVORI)

Presenti, all'incontro, anche gli assessori Giovanni Finoro (Sicurezza), Danilo Petragnani (Lavori pubblici), Maura Sgrignuoli (Cultura) e i consiglieri Umberto Petrosemolo (delega alla Protezione civile ed all’Ambiente) e Alberto Marrone (delega alle Politiche agricole). 
"Era il 2006 - spiega Di Giuseppantonio - quando il Consiglio comunale adottò il Piano demaniale marittimo, prevedendo che in quella zona, che all’epoca aveva un fronte mare di oltre 45 metri, potesse sorgere uno stabilimento balneare. Nel 2008, sempre l’assise civica, recepì un bando tipo della Giunta Regionale, approvato da tutti i Comuni costieri d'Abruzzo, da utilizzare in futuro per affidare a coloro che aspiravano a uno spazio demaniale, le aree di Fossacesia, fra le quali, ovviamente, c’era anche questa. Il bando vero e proprio venne pubblicato qualche tempo dopo e, a seguito di procedura, l’area venne aggiudicata, nel 2013, alla ditta Gte, vincitrice della gara. Nel frattempo, nel 2011, era stato adottato un nuovo Piano spiaggia, che per la zona interessata non prevedeva modifiche e confermava quanto previsto in precedenza". 

Negli anni successivi - problema che riguarda  l’intero litorale - l’erosione ha ridotto notevolmente le dimensioni della spiaggia e  per questo motivo la società ha chiesto "di poter recuperare spazio mediante una espansione orizzontale (nord/sud)". "La richiesta - evidenzia il primo cittadino - è stata accolta dalla precedente amministrazione il 28 marzo 2013, a seguito del parere favorevole di tutti gli organi preposti. A seguire il Suap (Sportello unico attività produttive) Sangro-Aventino rilascia il permesso per avviare il progetto, ricalibrato in base all’erosione, in considerazione delle valutazioni favorevoli della Soprintendenza, dell’Agenzia del demanio, del Servizio Demanio, del Servizio Opere marittime della Regione, dell’Agenzia delle Dogane e dell'Autorità di bacino dell’Appennino centrale.

Di Giuseppantonio aggiunge: "A seguito dell’inizio degli interventi sul lungomare sud, l’Autorità di bacino ha emesso un provvedimento con il quale dichiara che l’intera area del lungomare sud è soggetta a vincolo idraulico. L’Ufficio del Comune, proprio per tale ragione, pur rischiando di avere un ricorso da parte della ditta concessionaria in possesso di tutti i permessi, insieme al Suap ha deciso, ora, di fermare le opere". I lavori al momento sono bloccati.

Nell’attesa di tutte le valutazione tecniche, il sindaco ribadisce di "non aver mai agito contro la tutela ambientale". Dalla lotta contro Ombrina alla sospensione delle costruzioni lungo Viale San Giovanni alla lungimiranza, già nel 1986, di trasformare le aree di risulta in aree pubbliche. "Giusto il confronto con le associazioni ecologiste che avverrà quando decideremo anche il destino delle stazioni". 

E, alla luce di tutto, conclude, "sulla base dei commenti diffamatori fatti su alcuni social e ritenuti non rispettosi della verità, stiamo valutando se vi siano i presupposti per promuovere azioni legali".  11 feb. 2021

Maria Isabel Aganippe

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