Con il XVI Festival del Teatro Dialettale, premio Città di Lanciano Maschera d’Oro, sette spettacoli, è partita, ufficialmente, oggi, la 21esima stagione teatrale di Lanciano. In scena al Fenaroli è andata la prima piece Rami Storti, di Marino Gennarelli, prodotta dalla compagnia Gli Ignoti di Napoli. “La novità di quest’ anno - dice il sindaco Mario Pupillo – è che il cartellone teatrale viene dislocato sul territorio”. Difatti, ed è la novità assoluta, spettacoli ci saranno anche al supercarcere. Il calendario della composita stagione ufficiale del teatro Fenaroli sarà forte di 30 spettacoli. Proprio al piccolo teatro Fenaroli del carcere si terranno i sei appuntamenti, aperti al pubblico e a pagamento, della rassegna "Togliamoci la maschera" (20 gennaio - 12 maggio). Il cartellone di Lanciano è stato presentato da Pupillo; l’assessore alla Cultura Marusca Miscia; Federico Fiorenza, presidente dei Teatri Riuniti d'Abruzzo, e Gino Di Nella, comandante della Polizia penitenziaria, presenti varie associazioni. La stagione teatrale è dedicata al bicentenario della nascita del musicista e compositore lancianese Fedele Fenaroli.
Quanto alla prosa, 8 spettacoli, il sipario si apre il 18 dicembre con “Edith Piaf- L’usignolo non canta più”, di Melania Giglio, regia di Daniele Salvo, e chiude il 22 marzo con “E’ questa la vita che sognavo da bambino”, con Luca Argentero. Altri attesi ospiti Enrico Lo Verso, Pino Quartullo, Eva Grimaldi, Daniela Poggi, Barbara De Rossi, Giulio Scarpati e Lello Arena, protagonista, l’11 febbraio, di un classico lancianese, “Parenti serpenti” di Carmine Amoroso, regia di Luciano Melchionna, già diretto da Mario Monicelli nella versione cinematografica. In scaletta poi quattro spettacoli del Teatro per Ragazzi e tre del Teatro della Memoria. Ecco poi due importanti eventi: il docufilm sull’attore lancianese Alfredo Cohen, il 16 dicembre, a cui verrà intitolato il foyer del teatro Fenaroli: i registi Andrea Meroni ed Enrico Salvatori presenteranno “Alfredo D’Aloisio in arte (e in politica), Cohen”. L’11 gennaio tocca poi a “Si chiamava Faber”, viaggio nel mondo di Fabrizio de Andrè nel ventennale della sua scomparsa.
09 dicembre 2018
Walter Berghella
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