Bancomat esplosi con furti a Guardiagrele, Canosa e Miglianico: sgominata banda pugliese

Sette in carcere e uno con obbligo di dimora: sono otto gli indagati per gli assalti ai bancomat messi a segno tra i mesi di settembre e ottobre scorsi negli istituti di credito di Miglianico e Canosa Sannita e alle Poste di Guardiagrele (Ch).

Questa mattina gli arresti, operati in provincia di Chieti e Foggia, dai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Chieti, unitamente a quelli delle compagnie di Chieti, Ortona e Lanciano, supportati nella fase esecutiva da personale del Comando ropvinciale carabinieri di Foggia. Hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Chieti su richiesta della Procura.

I reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata al furto di autovetture, alla fabbricazione, detenzione e porto ed utilizzo in luogo pubblico di rudimentali ordigni, per perpetrare furti aggravati negli sportelli bancomat dei tre paesi, sottraendo complessivamente circa 76mila euro.

A Miglianico presa di mira la Banca popolare dell'Emilia Romagna nella notte del 9 settembre; a Canosa la Banca di credito cooperativo e a Guardiagrele l'ufficio postale.

L’attività investigativa, come spiegato stamane in conferenza stampa a Chieti, è iniziata nel mese di settembre 2021 e ha permesso "di acclarare l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione" malavitosa, con sede operativa a Francavilla al Mare (Ch), formata per la maggior parte da pugliesi, in particolare della provincia di Foggia, di cui sette "gravati da specifici pregiudizi di polizia e penali". Insieme per  rubare macchine utilizzate per spostarsi fino in Abruzzo e mettere a segno colpi mediante l’utilizzo di materiale esplosivo, le cosiddette "marmotte", infilate all’interno delle bocchette destinate al normale prelievo dei contanti nei bancomat.

Il gruppo è stato individuato tramite l'acquisizione dei filmati delle telecamere presenti nelle aree interessate; comparazione del Dna prelevato da materiale biologico individuato sugli oggetti sequestrati nel corso dei sopralluoghi, con profili genetici già tipizzati presso la Banca dati nazionale del Dna. In prigione 4 uomini di Cerignola fra i 34 e i 37 anni; un napoletano di 32 anni e due foggiani di 30 e 22 anni. Obbligo di dimora per un 27enne di Foggia.

Il colonnello Alceo Greco, comandante provinciale dei carabinieri di Chieti, spiega: "Banda bene organizzata, che effettuava sopralluoghi prima di entrare in azione. Per i colpi hanno usato un esplosivo con effetto dirompente. A Guardiagrele c'è stata una deflagrazione fortissima, con pezzi del bancomat recuperati ad oltre 30 metri dal punto dell’esplosione". Bombe potenti, quindi. "Per poter stabilire il loro profilo abbiamo dovuto far ricorso agli esami del Dna, ai tabulati del Gprs delle vetture adoperate, nonché alle immagini di videosorveglianza. Assistiamo - rimarca - alla "globalizzazione" anche del crimine:le organizzazioni si muovono in vari territori, soprattutto dove c’è un maggior interesse economico".

L’operazione è denominata "Juliet" perché la banda era solita usare una Alfa Romeo Giulietta per gli spostamenti. 31 mag. 2022

Ha collaborato STANISLAO LIBERATORE

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