Archi. Titolare Autoscuola Di Giambattista muore in ospedale a Chieti, c'è inchiesta. Domani i funerali
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Traversie e vicissitudini sanitarie, immani sofferenze, e poi la drammatica e improvvisa fine. Nessuna spiegazione per il suo decesso è stata data alla famiglia, che così, per capire cosa sia accaduto, ha sporto denuncia e la Procura di Chieti ha aperto un'inchiesta.

Saranno celebrati domani, 30 dicembre, alle 10, nella chiesa maggiore di Archi (Ch), i funerali di Luca Di Giambattista (nella foto), 41 anni, del posto, che si è spento il 19 dicembre scorso all’ospedale di Chieti e sulla cui morte la magistratura ha avviato un procedimento penale ipotizzando il reato di omicidio colposo in ambito sanitario. Fascicolo per ora contro ignoti, che segue all’esposto presentato dalla moglie, Vitalina, e dai genitori della vittima, il papà Nicola a la mamma Angela. L’uomo ha lasciato anche una figlioletta di sette anni, Greta, e la sorella Simona.

Di Giambattista era conosciutissimo e stimato anche per la sua attività; era istruttore di guida e gestiva l'Autoscuola Di Giambattista con sede ad Atessa (Ch). Soffriva da quattro anni di un’insufficienza renale che lo costringeva ad effettuare quotidianamente dialisi peritoneali notturne ed era seguito dal reparto di Nefrologia del nosocomio chietino. Una situazione difficile che però si è aggravata, trasformandosi, per lui, in una via crucis, dalla fine dello scorso agosto quando, dopo un esame richiesto dal centro Trapianti dell’ospedale Santorsola di Bologna, dove il paziente era in lista d’attesa per il trapianto del rene, ed effettuato presso il reparto di Cardiologia di Chieti, erano emerse anche delle occlusioni in diverse arterie con la necessità di intervenire chirurgicamente. L'uomo, che ha anche patito pesanti reazioni avverse dopo la coronarografia, essendo allergico al liquido di contrasto usato per l’accertamento, il 28 agosto è stato sottoposto, a Chieti, all’operazione per l’applicazione di tre by-pass alle coronarie, per essere poi dimesso il 19 settembre.

Da allora è stato un continuo andirivieni con ripetuti ricoveri per svariate problematiche: dolori addominali, febbre, sospetta peritonite, persino una crisi epilettica di cui pure non aveva mai sofferto. A novembre il suo quadro clinico appariva in miglioramento, ma all’inizio di dicembre la situazione è tornata a peggiorare sempre più, soprattutto a causa di terribili algie e bruciori che Di Giambattista avvertiva all’altezza del catetere che aveva installato per la dialisi nella parte destra dell’addome, dove hanno iniziato a comparire ecchimosi ed evidenti croste rossastre, poi diffusesi in altre parti del corpo, come schiena e torace.

Ma i sanitari dei reparti di Nefrologia/Dialisi e Cardiochirurgia, a cui il paziente si è rivolto in più occasioni, in preda a malessere e a dolori lancinanti, dopo la visita lo hanno sempre dimesso non ravvisando nulla di allarmante e limitandosi a medicarlo e a prescrivergli degli antidolorifici. Dopo il 15 dicembre il suo stato di salute però è proprio precipitato e degenerato: Di Giambattista non riusciva più ad alzarsi da letto, gli era uscita anche una micosi alla bocca che gli impediva di mangiare e bere, non poteva dormire a causa delle sofferenze, e così la moglie, il 18 dicembre, ha nuovamente contattato la Nefrologia di Chieti per segnalare, sempre più preoccupata, una situazione ormai insostenibile. La dottoressa con cui ha parlato le ha risposto che non avevano ancora avuto modo di visionare le analisi che il marito aveva effettuato in occasione del precedente accesso del 15 dicembre e che non appena le avessero esaminate l’avrebbero richiamata, e finalmente alle 18 di quella stessa giornata dal reparto in cui era in cura, hanno telefonato a casa e invitato l'uomo a ripresentarsi urgentemente, perché i valori degli esami erano sballati. Il paziente dunque la mattina del 19 dicembre è stato ricoverato, ma ormai evidentemente era troppo tardi: poco prima della mezzanotte dello stesso giorno è morto.

Sconvolti dalla tragedia, non sapendo capacitarsi dell’accaduto e non avendo ricevuto spiegazioni plausibili dai medici, i familiari della vittima, per fare piena luce sui fatt si sono dunque rivolti a Studio3A-Valore, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e tutela dei diritti dei cittadini, e all’avvocato Marco Bevilacqua del foro di Chieti, e l’indomani, 20 dicembre, hanno presentato denuncia querela alla stazione dei carabinieri di Chieti Scalo chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare le cause della morte del loro caro ed eventuali responsabilità da parte del personale sanitario che l’ha avuto in cura. Il pubblico ministero Lucia Anna Campo ha aperto un fascicolo a carico di ignoti, posto sotto sequestro tutta la documentazione clinica e, soprattutto, ha disposto l’autopsia per stabilire, per citare il quesito, “le cause del decesso e se esso sia riconducibile a responsabilità degli esercenti le professioni sanitarie che, a vario titolo, hanno avuto in carico Di Giambattista a partire dalla data del 28 agosto 2023”.

Il 27 dicembre, a Fermo, gli esami sulla salma, da parte del medico legale Christian D’Ovidio. Alle operazioni ha partecipato quale consulente tecnico di parte dei congiunti della vittima anche il medico legale Marco Palpacelli. Per avere le prime risposte certe bisognerà attendere gli esiti degli esami istologici e tossicologici effettuati sui campioni prelevati, data la complessità del caso. Ma dai primi riscontri è emerso che potrebbe essergli stato fatale un gravissimo shock settico. 29 dic. 2023

SERENA GIANNICO

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