Furti di auto davanti alle fabbriche in Val di Sangro, ad Atessa e a Lanciano: tre arresti

Dodici auto costose e fresche di immatricolazione sono state rubate da dicembre 2023 ad aprile scorso (LEGGI QUI) agli operai impegnati nei turni di lavoro in varie aziende della Val di Sangro, in particolare nella zona industriale di Atessa (Chieti), compresa Stellantis Europa, ma anche a Cerratina di Lanciano (Ch). Ora, a San Severo (Foggia), dove risiede la gang di malviventi, sono scattati tre arresti.

Il valore di mercato delle vetture sperite è stato valutato in 300 mila euro. Ad agire una banda in trasferta dalla Puglia all’Abruzzo. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal gip di Lanciano per P. L., 53 anni, e M.L. 23 anni, entrambi reclusi al supercarcere di Lanciano. Ieri sera è stato poi arrestato pure il complice minorenne, M.R., 17 anni, rinchiuso nel carcere minorile di Bari, su disposizione del gip del tribunale minorile dell’Aquila.

I due maggiorenni sono stati fermati il 13 maggio quando sono di nuovo tornati in Val di Sangro per sondare qualche altra macchina da far sparire, riportarla in Puglia e poi vendere a buon prezzo i pezzi smontati. Ma i carabinieri di Atessa erano da tempo sulle loro tracce. Gli indagati, difesi dall’avvocato Luigi Marinelli, sono accusati del reato di furto aggravato, continuato e in concorso di diverse autovetture. Il minorenne aveva il solo compito di guidare e portare nel Foggiano i mezzi sottratti. 

Ad investigare è stato il Nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Atessa, diretta dal capitano Federico Ciancio, in collaborazione con i colleghi della compagnia carabinieri di San Severo. L’attività ha permesso di accertare la commissione di 12 furti di macchine, tra cui una Fiat Panda 4x4 Cross, Fiat 500 Abarth e una costosa Range Rover Evoque. Oltre che nel parcheggio dell’ex Sevel altri veicoli erano posteggiati anche davanti a Eurocardan e Hydro Alluminio, ad Atessa, e Cinquina nella confinante zona industriale di Cerratina di Lanciano. Per scoprire i ladri sono state visionate le telecamere delle aziende e quelle del Comune di Atessa.

Dopo attenti sopralluoghi, la banda individuava il veicolo da rubare e l’asportava in meno di un minuto. Giunti a San Severo le auto venivano portate in posti sicuri e subito cannibalizzate, ovvero smontate, e i pezzi ricavati immessi rapidamente sul mercato nero a prezzi vantaggiosi. “Il sodalizio criminale operava con un comprovato modus operandi dove ogni componente aveva un ruolo ben preciso” – spiega il capitano Alfonso Venturi, comandante della compagnia di Atessa- . Infatti c’era chi forzava le portiere e accendeva le macchine con un apparecchio capace di resettare la centralina d’avvio, un altro poi utilizzava un’auto pulita e faceva da staffetta al conducente minorenne del veicolo rubato, avvertendolo con apposito ed esclusivo telefonino dell’eventuale presenza di pattuglie delle forze dell’ordine lungo il tragitto di ritorno in Puglia.  22 mag. 2024

WALTER BERGHELLA 

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