Inaugurato ad Atessa l'ospedale di comunità
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Venti posti letto, distribuiti in gran parte su stanze singole o doppie, ambienti totalmente rinnovati, luminosi, e impreziositi da opere d’arte donate da una giovane artista del posto, Antonia Ciccarelli.

Si presenta così l’ospedale di comunità di Atessa (Ch) inaugurato questa mattina all’interno del “San Camillo de Lellis”, alla presenza delle autorità regionali e locali. A fare gli onori di casa il direttore generale della Asl Lanciano Vasto Chieti, Thomas Schael, accompagnato dal direttore sanitario Flavia Pirola e dal direttore del Pta Enrico Flocco. Presenti anche il presidente della Regione, Marco Marsilio, e il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli.

"Una cerniera - dice la Asl in una nota - tra l’ospedale e il domicilio del paziente: questo il ruolo dell'ospedale di comunità, che si colloca nel segmento delle cure intermedie con la finalità di favorire dimissioni protette in un luogo a vocazione sociosanitaria nel quale consentire al malato un migliore recupero funzionale e dell’autonomia. La fase post acuta, quindi, - viene aggiunto  - è quella indicata per un ricovero in ospedale di comunità, a cui possono accedere categorie di pazienti ben precise: i cronici con riacutizzazione della patologia che non possono essere assistiti a domicilio, i dimessi dall’ospedale che devono proseguire il percorso terapeutico sotto controllo sanitario, e quelli che hanno necessità di supporto riabilitativo".

"Due le specificità che caratterizzano la struttura: il ruolo centrale dell’infermiere, a cui è delegata tutta la parte assistenziale, e quello dei medici di medicina generale, che seguono l’aspetto clinico, avvalendosi, ove lo ritengano necessario, della consulenza dei 15 specialisti presenti nel Pta, che mette a disposizione anche altri servizi, quali il punto prelievi, la radiologia con Rx, Tac, risonanza ed ecografie, l’ambulatorio chirurgico e per ecodoppler".

"La sinergia instaurata con i medici di famiglia è straordinaria - precisa Enrico Flocco - ne abbiamo già 14 che hanno aderito all’Unità complessa di cure primarie attivata nel Pta e offre continuità assistenziale nelle ore diurne. Sono certo che insieme sapremo rendere efficiente e funzionale il nostro ospedale di comunità, ampliando le collaborazioni".

Tutto pronto, quindi, per accogliere il primo paziente, che varcherà la soglia lunedì 12 febbraio, mentre contestualmente partiranno i lavori al primo piano per 40 posti letto di ospedale di comunità, finanziato con fondi Pnrr per complessivi 2 milioni. A sottolineare la ricaduta positiva delle scelte compiute sull’ospedale di Atessa fin dall’epoca della pandemia ci ha pensato il direttore generale, ricordando anche le generose donazioni delle imprese locali: “Quando abbiamo chiuso alle altre attività - ha ricordato - per destinare questo presidio alla bassa intensità Covid ci siamo presi l’impegno di investire e restituire al territorio questo presidio migliore di come lo avevamo trovato. Abbiamo tenuto fede alla promessa, com’è evidente, con interventi strutturali e diagnostiche tutte rinnovate, in Radiologia come in Endoscopia. E, ora che ne è stato ufficializzato il ruolo nell’ambito della rete ospedaliera, portiamo avanti l’esperienza innovativa di un presidio misto, nel quale coesistono l’ospedale e il territorio. Di nuovo è tornato a essere affollato e punto di riferimento per l’area del Sangro".

“Cinque anni fa, quando presi contatto, per la prima volta, con questo presidio, - ha esordito Marsilio - la situazione era molto diversa dall'attuale. Del resto, basta guardare l’esterno della struttura e le ristrutturazioni fatte in questi anni per rendersene conto ma c'era soprattutto un problema di fondo da affrontare: quello della classificazione di questo presidio. La verità - ha detto - è che questo non era più un ospedale, era un presidio territoriale. Infatti, era stato declassificato, come stabilito un decreto dell’allora commissario. Credo fosse il 2016 ed una proposta di revisione della rete ospedaliera, presentata intorno al 2018, non era mai stata spedita al ministero o comunque non è stata mai approvata e assentita dal ministero. Per questo, -ha aggiunto- avevamo assunto un preciso impegno sul quale si è lavorato dal basso e dall'alto perché Atessa tornasse ad essere un ospedale e venisse riconosciuta una sua funzione. Poco prima dello scorso Natale, - ha ricordato- la rete ospedaliera è stata approvata, dopo anni di negoziato con i ministeri che si sono via via succeduti. Con il ministro Schillaci abbiamo firmato il documento, poi approvato e ratificato dal Consiglio regionale con legge regionale e questo di Atessa è ora ufficialmente un ospedale di area disagiata, con tutto ciò che ne consegue".  02 feb. 2024

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