Lanciano. Addio all'istituto 'Gesù Bambino' delle suore francescane
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“Rimane il nostro affetto e tutto il cuore che abbiamo messo nella costruzione di questa storia che ha avuto tanti protagonisti: i bambini, le famiglie, le suore e la città. Il nostro grazie è per tutti voi”. Quando suor Luciana Fagnano, provinciale francescana di Gesù Bambino nella chiesa di san Pietro a Lanciano (Ch) pronuncia l’addio, fra i presenti è un misto di sofferenza e gratitudine, serenità e nostalgia. Sì, l’istituto delle suore francescane di Gesù Bambino chiude. Definitivamente. 

In chiesa (che è adiacente all’imponente struttura delle suore) c’è l’ultimo saluto e il ringraziamento di tutta la comunità alle suore: 20 quelle presenti, ma sono 9 le ultime rimaste fino a ieri nella struttura. Chiesa gremita e volti rigati dalle lacrime, con le suore in prima fila (foto). Ci sono le ex insegnanti dell’istituto, i ragazzi e le ragazze (oggi padri di famiglia) che hanno beneficato dell’alfabetizzazione portata dalle suore con la scuola. Ed è una storia che parte da lontano. Nel 1967 nel quartiere Cappuccini iniziava la costruzione (foto) dell’Istituto: “Dal Dopoguerra i vescovi ci chiedevano di aprire un convitto in città”, precisa suor Luciana. E nel 1971 l’arrivo delle prime suore per un’avventura educativa unica: asilo nido, elementari e convitto per le ragazze. “Poi abbiamo aperto anche una sezione ‘primavera’, per i bimbi dai 2 ai 3 anni”, ridorda suor Beatrice, che è stata anche insegnante. La proposta educativa dell’istituto si ispira all'ideale dell'umanesimo cristiano, ai principi di libertà, uguaglianza e solidarietà sanciti dalla Costituzione (per quanto concerne l'orientamento culturale e l'indirizzo pedagogico-didattico), e all'opera educativa di Barbara Micarelli.

Un impegno quotidiano del quale beneficiano migliaia di piccoli allievi che attraversano quel cancello bianco, si siedono sui banchetti, girovagano fra un’aula e l’altra per imparare a leggere e scrivere. L’annesso teatro alla struttura dà la possibilità nel corso del tempo di assistere alle recite scolastiche, a convegni e dibattiti. E poi l’invasione di altre centinaia di bambini e ragazzi della parrocchia per il catechismo del sabato pomeriggio. Per più di mezzo secolo le suore si sono prese cura dell’istruzione e della fede dei bambini.

“Abbiamo dato tanto a questa città. Ora è giunto anche per noi il tempo di chiudere” così, ancora, dall’altare suor Luciana.

Padre Vincent Matthew ringrazia le suore: “Siete state un dono prezioso. Dio vi ricompensa per ogni vostro sforzo e ogni vostra fatica”. E i bambini consegnano alle suore delle rose rosse. Una rosa a testa, dalla provinciale e dalla superiora suor Gavina Carboni, viene deposta i piedi della statua della Madonna in memoria di suor Ginetta (Anna) Baiardo, morta nei giorni scorsi.

A nome di Lanciano interviene il sindaco Filippo Paolini: “Sono stato ex alunno delle suore francescane. Siete state sempre un riferimento di gioia. Ci avete dato le prime nozioni di vita, da come sedersi a tavola o a fare silenzio in tempo opportuno, eppoi i valori cristiani che ci hanno accompagnato negli anni. Ma soprattutto la tolleranza, il perdono, la pace, valori che non si dimenticano. Rimarrete nel cuore di tutti i bambini ai quali avete insegnato a vivere”.

Le dissuasioni nei mesi scorsi da più parti arrivate alle suore (da famiglie e istituzioni) per non chiudere non sono bastate: “La nostra casa ha dei costi imponenti che non ci permettono più di viverci dentro”. E il calo di iscrizioni per la frequenza scolastica, l’azzeramento già da tempo del collegio per ragazze (dai paesi dell’alto Sangro, a quelli dell’Aventino centinaia di ragazze hanno vissuto nel periodo scolastico nel collegio) non ha più permesso di gestire finanziariamente l'edificio.  E così le ultime 9 suore rimaste sono state trasferite, nei giorni scorsi, alcune nell’altra struttura delle suore in città (la casa “Sacra Famiglia” in corso Roma), altre a Francavilla al Mare e a Pescara.

Che ne sarà della struttura? “Mi creda, non possiamo più tenerla” risponde ancora suor Luciana. E il sindaco: “Stiamo seguendo con gli uffici da mesi la questione. La nostra ipotesi è di utilizzare l’istituto per la scuola. Valutiamo di percorrere questa strada”. Che però è tutta in salita perché ci sono 7 mila metri quadrati di area coperta da sistemare e 3 mila di area scoperta: “Stiamo verificando la vulnerabilità sismica e la normativa vigente sulla sicurezza. Occorrono circa 2 milioni di euro per rimettere il tutto a norma, quasi 300 euro a metro quadro. Senza calcolare i soldi per l’acquisto…”. Che non è ancora quantificato: “Nelle prossime settimane mi recherò a Roma dalle suore per cercare di capire di che cifra parliamo. Bisogna conoscere prima a cosa si va incontro”, conclude Paolini.

“Suor Luciana, ma c’è una possibilità, anche minima, di riaprire in futuro?” le chiedo. Uno sguardo pieno di letizia e poi “è stato tutto molto bello…”. Dietro di noi con l’ultimo colpo al cancello si chiude per sempre un’avventura unica per centinaia di suore, migliaia di famiglie. Rimane un bene indefinito scritto instancabilmente nei cuori dei bambini. 19 nov. 2023

ALESSANDRO DI MATTEO

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