Coronavirus. Ospedale Atessa smantellato: la protesta della città coi lenzuoli
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La protesta, non potendo arrivare in strada con una mega manifestazione, a causa delle restrizioni per il Coronavirus, è affidata ai lenzuoli. Che, ad Atessa (Ch), hanno cominciato a tappezzare palazzi interi e gli angoli più disparati. Qui e là, evidenziate da una croce rossa, sventolano le scritte "Attentato alla salute..." o "Abbiamo diritto alla salute" accompagnate da un "Andrà tutto bene?" 

Così la città, spalleggiata dal Comitato per la difesa dell'ospedale, chiede, a gran voce, alla Asl Lanciano Vasto Chieti e alla Regione, anche con rivolta e levata di scudi sui social, che vengano "riportati indietro il distretto sanitario di base, la guardia medica, e il Pronto soccorso" che erano dentro il "San Camillo de Lellis" e che sono stati appena cancellati, assieme a tutto quanto c'era nel presidio, per far posto ad un Covid hospital. 

Il quale, afferma la Asl, ma anche la Lega, in più d'una comunicazione, è costato la "ristrutturazione di un edificio in decadenza in cui la Regione, in poco tempo, escluse le donazioni, ha investito un milione di euro". Nel rinnovato ospedale, con... cambio di destinazione d'uso, ci sarà (presa in affitto) "una tac a 64 strati che andrà a sostituire quella vecchia, a due strati". Sono stati creati - viene aggiunto - "140 nuovi posti letto e ci andranno a lavorare circa 100 addetti... Un investimento che aiuterà l'ospedale ad avere un ruolo anche in futuro". 

Ma alla gente interessa il presente... I cittadini, anche quelli di diversi altri comuni della Val di Sangro, sono inferociti. Reclamano i "vecchi" servizi sanitari, quelli tolti. Rivogliono il Pronto soccorso e gli ambulatori. "Io sono di Tornareccio - fa presente Rita C. su Facebook  - e ho un bimbo con malattia rara degenerativa e chiedo da mamma molto preoccupata di fare il possibile per far tornare il Pronto soccorso, perché per mio figlio pochi minuti potrebbero essere vitali".

"Una richiesta sacrosanta - dice il sindaco Giulio Borrelli -. Possibile che Asl e Regione non si rendano conto che il Covid hospital, anche il più avveniristico del mondo, non può e non deve escludere l’accesso ai servizi medico-sanitari per tutti? Deve accogliere anche i pazienti no Covid, se l’intento è quello di salvare vite. E' l’ennesima volta, in poche settimane, che si prova a buttarla in caciara, ma la gente non ha il prosciutto sugli occhi, e stavolta ha tutte le carte e le dichiarazioni per poter giudicare chi... "si sta comportando malissimo"...". 

E Borrelli fa un'altra considerazione pratica... "E' stato ripetutamente scritto, in questi giorni, dagli assessori regionali leghisti Nicoletta Verì e Nicola Campitelli, che ad Atessa non si è potuto attrezzare un Covid hospital con Rianimazione perché il nostro nosocomio è un Pta (presidio territoriale di assistenza, ndr) e non più un Po (presidio ospedaliero, ndr)... Allora, domando, come mai a Pescara si sta realizzando un Covid hospital con Rianimazione nell'ex Ivap? Neppure quello è un ospedale...  In questa fase emergenziale tutti i decreti, fino al "Cura Italia", permettono alle Regioni di decidere ciò che vogliono derogando a ogni legge, codice sanitario e piano pregresso... E allora? Perché depredarci?"

Il Comune ha anche individuato il posto dove poter riaprire ambulatori e sistemare il Pronto soccorso, ossia gli ex uffici giudiziari di via della Stazione, dei quali il presidente del tribunale di Lanciano, Riccardo Audino, interpellato telefonicamente dal primo cittadino, ha dato disponibilità.

L'utilizzo dei locali della ex Pretura, dunque, per restituire al territorio l'assistenza sanitaria essenziale. E' quanto si suggerisce anche in un documento che porta la data di ieri, 6 aprile, e che, siglato da tutte le forze politiche cittadine, è stato inviato al direttore generale della Asl, Thomas Schael; al presidente Marco Marsilio e all'assessore competente Verì. In calce, oltre che di Borrelli, le firme di Enrico Flocco, presidente del Consiglio comunale e medico; Giorgio Farina, di "Uniti per Atessa"; Emilio Falcone, del Movimento 5Stelle; Nicola Cicchitti, di "LiberAtessa"; Gilberto Testa, di Forza Italia; Maurizio Falcone di Fratelli d'Italia; Debora Fioriti, di "Progetto Atessa"; Marco Cicchitti, Udc; Ilenia Tumini, Pd e Simona Auriemma, Movimento per Atessa Unita. Atto scaturito - come spiegano, in una nota, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Udc - da "una riunione straordinaria ed urgente" tenuta domenica sera in municipio, nella sala consiliare, da rappresentanti di partito e di gruppi civici, chiamati a raccolta dal sindaco, "al fine di riuscire a rappresentare quanto più possibile l’intera comunità". "L’incontro, - sottolineano - iniziato con un lungo dibattito tra i presenti e protrattosi sin dopo la mezzanotte, si è concluso con la sottoscrizione unanime di un documento congiunto", con il quale si sollecita "il riesame delle decisioni assunte circa il trasferimento, altrove, del Pronto soccorso, del distretto sanitario di base e della guardia medica, prendendo in considerazione tutte le soluzioni possibili affinché ciò non avvenga".

Serena Giannico

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