Eseguono lavori per il nuovo altare ma sotto il vecchio trovano reliquie secolari.
Accade a Torino di Sangro (Ch) dove è tornata a risplendere la chiesa della Madonna di Loreto. “Nel rimuovere il vecchio altare abbiamo scoperto la presenza di tre reliquie e una pergamena. Le reliquie appartengono ai martiri Valentino vescovo, san Clemente e san Modesto. Furono messi sotto l’altare nell’inaugurazione del vecchio altare collocato il 16 novembre del 1902. E' tutto attestato dalla bolla firmata dall’arcivescovo dell’epoca, Gennaro Costagliola”, ci racconta il parroco don Pietro Di Crescenzo.
Ora dopo tre anni di lavori finalmente un sospiro di sollievo e tanta soddisfazione da parte del sacerdote: “Abbiamo inaugurato e benedetto il nuovo altare, opera degli architetti Marco Verna e Zuccarini Annarita, e dal punto di vista strutturale sono state compiute opere di consolidamento della chiesa per l’adeguamento antisismico. Sono stati presenti Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto e Domenico Angelo Scotti vescovo di Trivento (e parroco della stessa chiesa dal 1993 al 1996) insieme a 15 sacerdoti. La chiesa era stracolma di fedeli”.
Per le opere strutturali, eseguite dalla ditta Mammarella di Vacri, con la progettazione dell’ingegnere Massimiliano Parroni, la chiesa è rimasta chiusa dal maggio 2019 al maggio del 2022, poi nuovamente chiusa dallo scorso aprile per 1 mese per poter collocare il nuovo altare.
“Devo innanzitutto la mia gratitudine al mio predecessore don Ignazio Cocco che sin dagli inizi degli anni Duemila iniziò a sensibilizzare la gente per la raccolta delle offerte per gli interventi. Eppoi alla gente. Nel corso del tempo, aperto un conto corrente, i fedeli hanno risposto con generosità. Il mio grazie a ciascuno di loro”, confida don Pietro. “L’avvocato Del Re, per esempio, originario del paese ma che poi per ragioni professionali si spostò a Milano, prima di morire lasciò 100 mila euro, solo per far capire che di generosità nel cuore e nelle tasche sono stati numerosi!”. L’attuale sindaco Nino Di Fonso – racconta ancora don Pietro – ha versato una somma considerevole per permettere i lavori. Il contributo più importante per le opere è comunque giunto anche dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei). I lavori hanno infatti interessato anche la tinteggiatura e il rifacimento dell’impianto elettrico. 13 giu. 2023
ALESSANDRO DI MATTEO
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