Sulmona. Senegalese accoltellato e gettato in un fosso. 'Ti insegniamo a campare'

Aggredito da sconosciuti, accoltellato e gettato in un fosso. E' successo ad un giovane senegalese, ricoverato ora, in prognosi riservata, all'ospedale di Pescara. Il fatto sarebbe accaduto nelle campagne tra Sulmona (Aq) e Pettorano sul Gizio, in provincia di Pescara

"Martedì sera - racconta la vittima, Sadio C., 26 anni, ospite della casa di accoglienza di migranti "La Quercia 2" a Pettorano - due uomini mi hanno avvicinato su una stradina di campagna; sono stato costretto a seguirli in un posto isolato, spinto dentro un corso d'acqua e accoltellato al collo". I due mentre si accanivano contro di lui, gli avrebbero gridato: "Ti insegniamo noi a campare". Sulla vicenda sta indagando la squadra Anticrimine del commissariato di Sulmona (Aq). Il giovane, sanguinante, è stato poi spostato e scaricato in un fossato, dove avrebbe passato la notte privo di sensi. Quando si è ripreso, il giorno dopo, ha raggiunto la struttura di Pettorano dove vive e da lì sarebbe stato accompagnato in ospedale a Sulmona. Viste le gravi condizioni i medici ne hanno deciso il trasferimento prima ad Avezzano e poi a Pescara. I fatti sono al vaglio delle forze dell'ordine. 

 Si tratta del secondo episodio di accoltellamento a danno di migranti della Valle Peligna dopo quello del 12 giugno 2018 al centro di accoglienza di corso Ovidio a Sulmona, ora chiuso perché inagibile, dove venne ferito un giovane del Gambia. Fatto per il quale è arrivata, nei giorni scorsi, la prima condanna a sei anni di reclusione per uno dei due protagonisti dell'aggressione, Nicola Spagnoletti, 47 anni, originario di Arezzo, accusato di per tentato omicidio. Altro imputato è il sulmonese Serafino Di Lorenzo, di 40 anni. 

Sull'accaduto interviene Rifondazione comunista, con il segretario nazionale Maurizio Acerbo. "Sadio - scrive in una nota - è laureato in filosofia. Fa servizio civile. Lo conoscono tutti gli attivisti di Sulmona e della Valle Peligna come persona mite e impegnata. Solo per miracolo non è morto. Impossibile non ricordare che a Sulmona appena poco più di un anno fa ci fu un'irruzione in un centro di accoglienza con l'accoltellamento di un richiedente asilo. Auspichiamo che gli inquirenti individuino al più presto i due criminali. Da quel che si legge ci sembra di constatare una tendenza della polizia a minimizzare o escludere il movente razzista che però non è suffragata da fatti emersi nè dal racconto del ragazzo. Non si vuole irritare il ministro degli Interni che nei prossimi giorni sarà da quelle parti?"

"Conosciamo - prosegue - i responsabili politici e morali del clima di xenofobia e razzismo che sta avvelenando il Paese. Si chiamano Salvini e Meloni, con l'incessante propaganda su cui stanno costruendo cinicamente il successo elettorale dei loro partiti. Può darsi che come nel caso del giugno 2018 gli aggressori siano solo dei balordi ma il clima che legittima e fomenta questo genere di violenze è stato creato da alcune forze politiche e da alcuni media e giornali che ne condividono e amplificano la propaganda. Basta barbarie!"

"Sadio è un difensore dei diritti dei migranti, - interviene la Cgil - un attivista per i diritti civili e sociali, sostenitore delle battaglie della Cgil e animatore di tante iniziative. Noto è il suo impegno nell'associazione Ubuntu Onlus". Il sindacato annuncia nelle prossime ore iniziative pubbliche di mobilitazione, inoltre chiederà un incontro con le istituzioni. "L'episodio, di una gravità inaccettabile, deve riportare alla luce e in primo piano il tema dell'immigrazione nel nostro territorio, un tema da affrontare con razionalità ma anche con umanità e solidarietà. No a violenza e a xenofobia".

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