Hanno scelto di non costituirsi parte civile nel processo che si è aperto questa mattina, in tribunale a Lanciano (Ch), a carico della gang di romeni autori della sanguinosa rapina messa a segno nella loro villa, alla periferia di Lanciano, lo scorso 23 settembre.
Il medico Carlo Martelli e la moglie Niva Bazzan, vittime del cruento colpo, hanno deciso di restare fuori dal processo e di non incrociare le "belve" che li hanno massacrati. I coniugi, quella notte, erano circa le 4, furono sorpresi nel sonno, legati, sequestrati e pestati. A lei, uno dei malviventi, ha anche tagliato, con una roncola di circa 15 centimentri, parte dell'orecchio destro nella speranza di convincerla a riferire dov'era la cassaforte, che però in casa non c'era e non c'è mai stata. Sono stati entrambi ricoverati diversi giorni in ospedale per le botte e le lesioni inflitte dai malviventi.
Il processo - in un palazzo di giustizia blindato, con schieramento di polizia e carabinieri - si celebra in camera di Consiglio, davanti al giudice delle udienze preliminari Giovanni Nappi, che ha fissato al 30 settembre prossimo l'inizio della discussione: in quella data potrebbe esserci anche la sentenza.
Imputati sono il presunto capo banda Adrian Martin, estradato dalla Romania lo scorso novembre; i fratelli Ion e Costantin Turlica e il loro cugino Aurel Ruset; l’autista e palo George Ghiviziu e Alexandru Colteanu, l’unico che non ha reso confessione, definito "la carogna", quello, che secondo gli altri, ha reciso l’orecchio alla Bazzan. Lui è stato arrestato a Casal di Principe (Caserta) dove cercava di ricettare uno dei tre orologi rubati ai Martelli assieme a 1.900 euro.
Sono accusati dal procuratore Mirvana Di Serio di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma. Il settimo romeno, Gheorghe Traian Jacota, risponde di favoreggiamento, dato che ha cercato di agevolare la fuga di Ghiviziu. Non tutti hanno presenziato all'udienza.
Martin, si difende, come spiega il suo avvocato Andrea D'Alessandro, evidenziando che non è mai stato il capo della banda e di non essere entrato, in quella terribile circostanza, nell'abitazione dei Martelli. I suoi complici, invece, hanno riferito che è stato lui a dirigere l'assalto armato. Martin, sparito dopo il colpo e arrestato in Romania, deve si era rifugiato, sostiene anche di non essere fuggito all'estero, ma di aver lasciato, con tutta calma, la città per sottoporsi a vaccinazione a Brescia, dove vive la anche la fidanzata, e poi di essere rientrato nel proprio Paese, per stare con la famiglia.
"Le reponsabilità di ciascuno - spiegano i legali all'uscita dal tribunale - debbono ancora essere definite. Speriamo non siano giudicati sull'onda delle emozioni". Gli altri difensori sono Massimiliano Bravin per Ruset; Antonino Orsatti per Colteanu; VIncenzo Menicucci per Jacota; Nicola e Paolo Sisti per Ghiviziu; Roberto Crognale per i Turlica.
La vicenda, con i risocntri investigativi, è racchiusa in un fascicolo di circa 1.300 pagine.
Serena Giannico
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Nelle foto, di Andrea Franco Colacioppo, l'esterno del tribunale di Lanciano, l'arrivo degli imputati e i coniugi Martelli dopo l'assalto armato in villa