Piano qualita' dell'aria. Il sindaco di Atessa diffida la Regione: 'No ad industrie impattanti in Val di Sangro'
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La Regione sta adeguando il Piano relativo alla qualità dell'aria, ma il Comune di Atessa, e in particolare dal sindaco Giulio Borrelli, la diffida a proseguire, perché in Val di Sangro non sono stati effettuati i rilevamenti necessari, atti a tutelare la salute dei cittadini e ad evitare l'insediamento di aziende impattanti. "La Val di Sangro, ed in particolare la zona industriale di Atessa (Ch), - scrive Borrelli in una lettera inviata al presidente della Regione, Giovanni Lolli; al sottosegretario alla Presidenza, Mario Mazzocca, e alla dirigente del Dipartimento Politiche ambientali, Iris Flacco, che ieri ha anche incontrato a Pescara assieme ad altri sindaci del territorio - è stata interessata da richieste di autorizzazioni da parte di aziende che operano nel settore del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti speciali con istanze che prevedono ingenti emissioni in atmosfere, sia diffuse sia convogliate. Di fronte alle molteplici istanze, che insistono contemporaneamente sul territorio, un amministratore  deve necessariamente tentare di trovare il giusto equilibrio tra la tutela dell’ambiente e gli interessi socio-economici e sanitari locali e, allo stesso tempo, considerare le esigenze generali di sviluppo del tessuto industriale e produttivo dell’intera regione". 

"L’approccio degli enti locali sull’opportunità o meno di considerare sul proprio territorio l’insediamento di nuovi impianti produttivi o di gestione dei rifiuti - prosegue Borrelli - deve, quindi, tener conto sia del Piano Regionale di gestione integrata dei rifiuti (Prgr), sia del vigente Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria, approvato con delibera di Consiglio regionale nel 2007, che è attualmente in fase di aggiornamento. Sulla base di quanto previsto dai succitati piani di indirizzo della Regione, la zona industriale della Val di Sangro risulta adatta ad ospitare stabilimenti con punti di emissione ed in particolare impianti per la gestione dei rifiuti. Il Prgr individua i criteri per la localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti e definisce la metodologia, i criteri generali e le competenze per l'individuazione di aree idonee per impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti, mentre il Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria, caratterizza le zone valutando le concentrazioni degli inquinanti. Lo scopo principale è quello di fornire uno strumento utile sia per la pianificazione nazionale, in merito alla progettazione dello sviluppo sostenibile, alle politiche di riduzione delle emissioni dei gas serra, sia per definire la pianificazione regionale per quanto riguarda la mobilità nelle aree urbane, il piano generale dei trasporti, la lotta agli incendi boschivi, etc.  ".

"Le norme chiedono di prendere in considerazione tutti i principali inquinanti dell’aria per valutare sia le eventuali fonti di inquinamento urbane sia quelle dovute alle attività produttive. Il vecchio piano della Regione Abruzzo è stato redatto prendendo in considerazione i dati di monitoraggio provenienti dalla rete di rilevamento della qualità dell’aria gestite dall’Arta. I dati elaborati - viene sottolineato dal primo cittadino di Atessa - sono relativi alle concentrazioni riscontrate di monossido di carbonio, ossidi di azoto, benzene, PM10 e ozono, ossia traccianti utili per verificare con certezza l’eventuale inquinamento derivante da presenza di traffico veicolare, ma certamente non sufficiente a valutare situazioni di inquinamento causate dalla presenza di zone industriali e di specifiche attività produttive. Sulla base di questi dati e delle conseguenti elaborazioni, infatti, risulta che l’unica zona di risanamento individuata è quella relativa all’area metropolitana Pescara-Chieti". 

"In merito ai monitoraggi effettuati in Val di Sangro emerge, in modo evidente, che i dati disponibili non sono affatto sufficienti per un’adeguata valutazione della qualità dell’aria di uno dei centri industriali più grandi del centro-sud Italia in cui operano diverse aziende metalmeccaniche, anche di medie e grandi dimensioni, vedi Honda e Sevel, provviste di importanti linee di verniciatura. Nella zona industriale della Val di Sangro sono localizzate anche molte altre aziende di medie dimensioni che operano in diversi settori produttivi che vanno, ad esempio, dall’industria chimica (Valagro) a quella manifatturiera (Pelliconi). Il tessuto produttivo della Val di Sangro contiene aziende potenzialmente molto impattanti per la qualità dell’aria e non solo. In questa zona, infatti, insistono 8 aziende che operano con Autorizzazione integrata ambientale e ci sono alcune tra le principali e più grandi imprese d’Abruzzo. Per valutare la qualità dell’aria di una simile zona industriale non possono essere ritenute valide e sufficienti i soli dati di una centralina fissa che monitora solo NO2, CO, O3 e controlli con un mezzo mobile per meno di un mese. Per una corretta localizzazione di attività industriali impattanti sulla qualità dell’aria e di impianti di gestione dei rifiuti - e più in generale per avere uno strumento utile di pianificazione adeguato alle esigenze della Val di Sangro - occorre effettuare, per il redigendo nuovo Piano di tutela della qualità dell’aria, un serio e prolungato monitoraggio che prenda in considerazione parametri opportunamente individuati in funzione delle tipologie di industrie operanti nel territorio, dei loro specifici processi produttivi e delle sostanze pericolose normalmente utilizzate". 

Alla luce di quanto evidenziato, Borrelli "chiede alla Regione Abruzzo una moratoria sul rilascio di qualunque autorizzazione relativa ad impianti e ad attività che prevedono punti di emissione in atmosfera nella zona industriale della Val di Sangro e, relativamente al redigendo nuovo Piano di tutela della qualità dell’aria, una sostanziale rivalutazione della classificazione dell’area in questione con una caratterizzazione basata su un piano straordinario di monitoraggio. Voglio anche sottolineare che la nostra amministrazione ha espresso, in più occasioni, la propria contrarietà all'installazione di impianti di rifiuti pericolosi in Val di Sangro. Il nuovo piano regolatore del Comune di Atessa, in via di elaborazione, rimarca la incompatibilità di tali insediamenti con le attuali caratteristiche abitative, produttive e storiche di questa zona, e con il suo sviluppo socio-economico". 
10 gennaio 2019

Nelle foto la Sevel di Atessa (In alto), e in basso una centralina Arta

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