Lanciano. Sparatoria alla zona industriale: spunta filmato che inchioda uno degli albanesi
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Spunta un filmato riguardo alla sparatoria, preceduta da una zuffa, avvenuta nella zona industriale Follani di Lanciano (Ch) lo scorso 18 aprile.

Il video è stato ricavato da una delle telecamere di esercizi commerciali della zona e ritrarrebbe Altin Pojana, 39 anni, residente a Fossacesia (Ch), mentre impugna e punta l’arma, e poi Behar Gjoka, 22 anni, di contrada Selva di Altino (Ch), che colpisce un avversario con una spranga. Circostanze gravissime che hanno indotto il procuratore capo di Lanciano, Mirvana Di Serio, ad opporsi alla scarcerazione dei quattro albanesi coinvolti nel fatto e arrestati dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio. Il gip Massimo Canosa ha così respinto la richiesta di scarcerazione dei difensori, con possibilità di andare al lavoro.

La baruffa tra gruppi di albanesi ha prodotto due feriti, entrambi di Lanciano: O.K, 26 anni, è stato centrato alla schiena da un secondo colpo di pistola - il primo non è esploso -, ha riportato lesioni alla 4° vertebra della colonna con danno midollare e l’insorgenza della paraplegia. Ora sta facendo riabilitazione a Sulmona (Aq) per sperare di tornare a camminare. Altro ferito, colpito alla testa con una spranga di ferro, è stato E. S., di 22 anni.

Quattro gli indagati, con a carico i reati di lesioni personali aggravate e porto abusivo di armi. Il questore di Chieti, Annino Gargano, ha poi emesso nei loro confronti misure di prevenzione e foglio di via obbligatorio. Oltre a Pojana, ritenuto lo sparatore,  ma l’arma non si trova, nei guai sono Behar Gjoka e Florence Kurti, 25 anni, entrambi residenti ad Altino e difesi dall'avvocato Gaetano Pedullà; quindi Amarildo Ferko, 23 anni, di Altino, difeso da Silvana Vassalli. Tutti, il 13 maggio scorso, hanno detto al procuratore di non avere armi e di non aver sparato. Anche il Riesame ha rigettato per due di loro l’istanza di misure alternative meno afflittive.

Adesso è toccato al gip respingere i domiciliari e altri provvedimenti dal momento che "le dichiarazioni degli arrestati stridono in modo palese con quando affermato dalle parti lese e non offrono alcun elemento utile alla ricostruzione del fatto e un plausibile e preciso motivo scatenante brutto diverbio". La banalizzazione dell’iniziale litigio in centro a Lanciano e la possibilità di recidiva hanno indotto il giudice a rigettare la richiesta di scarcerazione. Certo è che le difese non discutono la gravità dell’episodio, ma è necessario che le indagini facciano chiarezza sui numerosi punti oscuri; tra cui chi ha davvero organizzato l’incontro chiarificatore e chi ne aveva interesse. Si attendono così i  tabulati telefonici di tutti gli interessati per capirlo. Ma c’è da capire anche il fatto che le vittime hanno taciuto la presenza di un quinto uomo e poi perché non è stata contestata la rissa a tutti. Da acclarare pure se la spranga è stata portata o è stata raccattata da terra. Da spiegare infine la notevole diversità delle versioni fornite dalle vittime, visto che lo stesso Oltion riferisce che l’arma è stata impugnata per la canna ed utilizzata  per colpire con il calcio. 21 giu. 2021

Walter Berghella

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