Gita con incidente e poi botte e richieste di denaro all'amica: fidanzatini di Lanciano condannati

Una gita fuori porta culminata prima in un incidente stradale e ora in una condanna per tentata estorsione di 6 mila euro da parte di due fidanzatini di Lanciano (Ch), entrambi di 23 anni, nei confronti di una amica che il 14 novembre 2021 era insieme a loro.

Il gruppo era in viaggio su due distinte macchine, una delle quali una Lancia Ypsilon subì l’incidente a Brecciarola di Chieti e riportò danni pesanti alla carrozzeria. Cinque mesi dopo l’epilogo che non ti aspetti attraverso la sconcertante iniziativa tra gli stessi amici che il 29 marzo 2022 portò agli arresti domiciliari Mattia Lorenzo O. e della ragazza Maddalena X., difesi rispettivamente dagli avvocati Gaetano Pedullà e Paolo Sisti.

Giovani adesso condannati con rito abbreviato, dal gup Giovanni Nappi, entrambi alla pena di un anno, un mese e 10 giorni di reclusione e 800 euro di mula, pena sospesa. Il pm Francesco Carusi aveva chiesto la condanna per i ragazzi a 2 anni e 2 mesi di reclusione e 1.330 euro di multa ciascuno.

Tutto parte proprio dall’imprevisto incidente a Chieti Scalo. Le effettive modalità dello schianto e del conducente al volante della Y, senza patente, vengono inizialmente nascoste agli uomini della Polstrada teatina. Per come sono andati i fatti non ci sono i presupposti per ottenere dall’assicurazione i 6 mila euro necessari per mettere a posto la Lancia fracassata che si è scontrata con una Citroen C3 con a bordo studenti universitari. Quei soldi, gli imputati, il giostraio e la ragazza, incensurati e dalla vita tranquilla e normale, li vogliono dall'amica di Fossacesia, P.C., di 23 anni, che il giorno dell’incidente li seguiva su un’altra auto.

Quest'ultima riascoltata dalla polizia spiega che l’auto era guidata, appunto, da un ragazzo privo di patente che si è subito allontanato dopo il sinistro. L’amica testimone e pure sua madre vengono subissata, successivamente, di richieste di denaro e il 18 gennaio 2022 viene raggiunta sul posto di lavoro e duramente picchiata dalla giovane albanese che la colpisce violentemente con numerosi pugni alla testa causandole ecchimosi e graffi: 7 i giorni di prognosi, ma la vittima non denuncia. I due pretendono i soldi.

E il 3 marzo successivo tornano alla carica e dicono all’amica che se non consegna i seimila euro le incendieranno la macchina e la casa. La vittima si rifiuta ma stavolta denuncia, dal momento che non vuole né pagare, né cedere al sopruso. Riferisce delle botte e delle minacce e porta con sé persino le foto della sua faccia emaciata. Il caso viene blindato in breve tempo da attente indagini, anche attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, da parte degli uomini della Polstrada di Chieti e del distaccamento di Lanciano.

Per la gravità dei fatti ed il rischio di reiterazione del reato il pm Francesco Carusi chiede e ottiene dal gip Massimo Canosa il provvedimento cautelare a carico dei fidanzatini. Ritenendo il gip un pericolo di recidiva criminosa, i due vengono anche sottoposti alla misura del divieto di avvicinamento alla vittima, ordinanza che, dopo la condanna, è stata revocata, dopo 14 mesi. 23 giu. 2023

WALTER BERGHELLA

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