Il sottosegretario all'Economia Giovanni Legnini e Giuseppe Fanfani sono i "laici" del Consiglio superiore della magistratura eletti dal Parlamento in seduta comune. Il primo ha avuto 524 voti, mentre il secondo 499. Questi i voti per gli altri candidati: 499 Bene; 485 Leone; 471 Alberti Casellati; 441 Balduzzi; 430 Vitali; 427 Colaianni; 217 Zaccaria; 129 Falanga; 32 Marotta; 23 Brutti. Presenti e votanti 815. Oggi, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, si dovrebbe arrivare anche all'elezione dei due membri del Csm. Legnini, del Pd, è in lizza ora per la vicepresidenza e se dovesse assumere quest'incarico dovrà lasciare per incompatibilità tanto il ruolo nell'esecutivo quanto la poltrona a Montecitorio, liberando il posto al primo dei non eletti, l'aquilano Giovanni Lolli, vicepresidente della Regione. "Felicissimo - dice Lolli in una nota - se Giovanni Legnini riuscisse a diventare vicepresidente del Csm. Sarebbe un grande riconoscimento del suo lavoro e del suo valore politico. Certo, resterebbe poi la preoccupazione legittima sul fatto che avendo lui la delega all'Aquila nel governo, rimarremmo come dire scoperti. Lui è essenziale per la ricostruzione della città".
Preoccupazioni dello stesso tono vengono espresse un po' da tutto il centrosinistra abruzzese, in particolare dal Pd. "Una grande notizia la nomina di Giovanni Legnini a vice residente del Csm - è infatti il commento generale - un po' meno per l'Abruzzo, visto che fino ad ora con la sua presenza ha dato molto soprattutto nella ripartizioni dei fondi per la regione. Ora chi potrebbe essere all'altezza di sostituirlo? Sarà difficile individuarlo. Che potrebbe accadere in prospettiva? Chi sosterrà le nostre ragioni, le nostre istanze, le nostre richieste?"
In pratica a Legnini dovrebbe subentrare Lolli, ma potrebbe anche succedere che Lolli resti in Regione e al suo posto vada Gianluca Fusilli di Pescara. Che succederà all'interno del Pd per individuare una nuova leadership?