A Lanciano il torneo calcistico 'Sfumature di sport'. Per dare un calcio alle diversità
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Seconda edizione del torneo "Sfumature di sport" a Lanciano (Ch), manifestazione collegata al trofeo "Città di Lanciano". La kermesse, che si svolta nell'ultimo weeb end, nelle giornate del 9 e 10 settembre, è stata organizzata dall'associazione Lanciano Special ed ha ricevuto il patrocinio del Comune e della divisione calcio paralimpico.

La presentazione dell'iniziativa si è svolta nella ex Casa di conversazione, alla presenza del presidente dell'asd Lanciano Special, Donatello Paone; dell'assessore municipale allo Sport,  Danilo Ranieri; del responsabile nazionale Divisone calcio parlaimpico e sperimentale,  Giovanni Sacripante; della responsabile regionale area sociale Lnd, Abruzzo Dora Bendotti; del presidente della sezione Aia di Lanciano, Igor Paolucci e del presidente EcoLan, Massimo Ranieri. Quattro i gruppi di calciatori coinvolti: Lanciano Special, Accademia Biancoazzurra di Pescara, Moncalieri Special e Salernitana Special. Compagini che si sono affrontate in un quadrangolare al campo sportivo "Di Meco". A vincere è stato il Pescara , seguito dal Lanciano. Terzi i piemontesi. 

Ma, come hanno tenuto a sottolineare gli intervenuti, "non importa il vincitore, a vincere devono essere sempre l'inclusione, la partecipazione e il confronto". Queste formazioni sono iscritte nei campionati di calcio a 7 della Figc, rivolti ad atleti con disabilità. Un ulteriore supporto è arrivato dal gruppo Avo di Lanciano nella persona del presidente Patrizia Bomba che in qualità anche del gruppo “Concretamente” cercano di rispondere alle esigenze dei più fragili e deboli. Da rimarcare anche l'aiuto arrivato dal gruppo di tifosi del Lanciano Anxa Rebels.

Queste le parole di Gianluca Raffone, allenatore della Salernitana Special. "Competenza ma sopratutto passione, c'è chi ci dice che siamo degli eroi, ma noi non siamo eroi, i veri supereroi sono le famiglie, i genitori che affidano i loro figli a noi. Affidare un figlio a delle persone conosciute sì, ma estranee alla propria famiglia è un atto di coraggio, l'applauso va a loro. Quando ho cominciato (ad allenare ndr) ho commesso un errore, cioè avvicinarmi ai ragazzi con pietismo. Ho imparato, nel corso della mia carriera che se riesci a tirare fuori il meglio dalle persone, allora quei limiti vengono abbattuti. Posso portare a testimonianza la mia esperienza personale. Fino a 17 anni ho giocato con una squadra di Lega pro che lottava per la serie B, (Nocerina ndr), quando mi è stata diagnosticata una miocardiopatia ho avuto un crollo. L'atleta che si sentiva fino a quel punto invulnerabile, è stato preso dallo sconforto. Però ho scoperto la famiglia, gli amici, lo studio e da diversamente abile ho scoperto che invece siamo tutti abili ma in modo diverso. Questa è la parola che ci deve accompagnare tutti, abilità in senso diverso". 

Le parole di Dora Bendotti: "Non integrazione ma interazione, le differenze devono essere viste come valore aggiunto. Vedere i ragazzi che gioiscono, a prescindere dal risultato, dovrebbe essere la base su cui costruire e poi insegnare ai nostri figli, ai nostri giocatori. E' un progetto nuovo. Non poteva essere una classica rappresentativa perché l'obiettivo non è quello di vincere un torneo o un campionato, ma quello di permettere ai ragazzi di continuare l'attività e sopratutto permettere loro di confrontarsi con realtà più grandi". 10 set 2023

URANIO UCCI

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