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Telenovela "pista ciclabile via del Mare" a Lanciano (Ch). Puntata numero 23. "Non chiuderemo la ciclovia perché il Ministero non è competente, in una missiva ci invita a fare valutazioni. Noi continuiamo ad andare avanti con quest’opera!", è chiaro e deciso l’assessore ai Lavori pubblici, nonché vicesindaco di Lanciano, Giacinto Verna. "Ed è strumentale e capzioso - tuona - quello che sta facendo Ascom Abruzzo (Associazione di categoria del commercio, delle professioni, del turismo - ndr -) con un invio massiccio di note al ministero dei Trasporti". Attorno a lui, proprio sulla pista dei veleni, ci sono l’assessore alla Mobilità, Francesca Caporale; l’assessore al Bilancio, Carlo Orecchioni; il presidente del Consiglio comunale, Leo Marongiu. E ancora i consiglieri di Progetto Lanciano, Paola Zulli, Arturo Di Corinto e Michele Ucci.

Inizio pomeriggio in via del Mare, con l’amministrazione comunale. Chiarimenti e dubbi, decisioni e valutazioni ,con i prossimi passaggi per ottenere il collaudo funzionale della pista. Interviene Caporale: "Pur non essendo obbligatorio, il collaudo funzionale sarà fatto. Abbiamo già effettuato, tramite l’architetto del Comune, Aldo Carosella, il collaudo amministrativo nell’ottobre del 2017, per rendicontare spese ed opere realizzate secondo il progetto. Non ci tireremo indietro". Aggiunge Verna: "Sarà compito del dirigente Andrea De Simone emettere l’ordinanza prevista dalla normativa".
Verna respira e si toglie tanti "sassolini" dalle scarpe della politica, sassolini sedimentati... "Questa pista - fa presente - nasce con la paternità e l’intuizione di Pino Valente. E i soldi che abbiamo speso, come qualcuno invece omette di dire, non sono stati spesi solo per la pista. Sono serviti a riqualificare gran parte di questa zona, con nuova illuminazione, nuove caditoie, nuovi parcheggi. Nei giorni scorsi ne abbiamo aggiunti 9 in prossimità della rotonda che conduce a Santa Giusta". Ribatte colpo su colpo: "Trovo strano che d’improvviso, da novembre in poi, persone che prima erano critiche come Tonia Paolucci adesso sono diventate cattive. Da novembre dev’essere cambiato qualcosa…". Cosa non si sa.

"Rimando al mittente le richieste di dimissioni", anche perché "i nostri tecnici stanno apportando delle migliorie per rendere ancor più funzionale l'opera, effettueremo il collaudo e poi l’ordinanza di apertura”, è un Verna che non si lascia intimidire da polemiche e critiche social. Piccato e in vena di valutazioni anche politiche: "Il buon amministratore è quello che, pur stando in una posizione critica, prova a darti una mano ed invece assistiamo ad una demolizione della città".
Ai critici della pista: "State cavalcando una tigre sulle spalle della gente, quest’opera fino a qualche mese fa era stata digerita. Poi di colpo, sotto le elezioni regionali, sono scattate nuovamente le polemiche". Il carico da 90 lo butta nella mischia Arturo Di Corinto: "Ascom fa politica! Difende gli interessi di qualcuno…  Si facesse eleggere e venisse in consiglio comunale!" "Facciamo gli interesse dei cittadini e dei commercianti", ribatte Angelo Allegrino, presidente di Ascom Abruzzo.

Sulla pista alcune criticità erano state segnalate anche dal comandante della polizia municipale Guglielmo Levante, criticità "datate", secondo Verna, ma certo non sanate. "Come amministrazione abbiamo replicato per iscritto al comandante" e mostra una missiva a lui indirizzata. Da ultimo replica ancora la Caporale: "Il Codice della strada tratta in modo diverso piste ciclabili create ex novo o su sedi di strade già esistenti. E questa fa parte del secondo caso!"

Clima arroventato, si rintuzza colpo su colpo. Arriva l'attacco di fuoco di Tonia Paolucci, leader di Libertà in Azione: "Pupillo, prendi una ruspa e cancella quell'opera. Subito dopo dimettiti!", dice. Ci sono dati normativi che la cosigliera comunale richiama: "E' impossibile superare quanto prevede la normativa vigente in materia e in particolare quanto stabilito dai commi 2 e 4 dell'articolo 6 del DM 557 del 30 novembre 1999. Il comma 2 recita testualmente: la pista ciclabile può essere realizzata: a) in sede propria, ad unico o doppio senso di marcia, qualora la sua sede sia fisicamente separata da quella relativa ai veicoli a motore ed ai pedoni, attraverso idonei spartitraffico longitudinali fisicamente invalicabili; b) su corsia riservata, ricavata dalla carreggiata stradale, ad unico senso di marcia, concorde a quello della contigua corsia destinata ai veicoli a motore ed ubicata di norma in destra rispetto a quest'ultima corsia, qualora l'elemento di separazione sia costituito essenzialmente da striscia di delimitazione longitudinale o da delimitatori di corsia; c) su corsia riservata, ricavata dal marciapiede, ad unico o doppio senso di marcia, qualora l'ampiezza ne consenta la realizzazione senza pregiudizio per la circolazione dei pedoni e sia ubicata sul lato adiacente alla carreggiata stradale. Il comma 4, - ricorda Paolucci - invece, prevede che salvo casi particolari, per i quali occorre fornire specifica dimostrazione di validità tecnica della loro adozione ai fini della sicurezza stradale, specialmente con riferimento alla conflittualità su aree di intersezione, non è consentita la realizzazione di piste ciclabili a doppio senso di marcia con corsie ubicate entrambe sullo stesso lato della piattaforma stradale".
Fine della puntata ventitré. Sigla.

Alessandro Di Matteo

Foto Andrea Franco Colacioppo

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