Caro bollette. Atessa. 'Non basterà spegnere luci pubbliche per evitare disastro'. Codici: 'Sindaci vietino distacchi a famiglie con bimbi, anziani e disabili'

"Immagino che tra poco saremo spazzati via, se non si interverrà sulla speculazione in atto. Non saranno certo piccoli palliativi da parte dei Comuni a fermare questa grave situazione".

Che non tutti i sindaci fossero d’accordo su alcune iniziative individuate nella riunione di Atessa (Ch) del 29 settembre scorso, su “crisi energetica ed impatto sui Comuni" per tagliare le spese per far fronte al caro bollette, era già emerso durante il confronto. Tra i cinquanta o poco più primi cittadini della provincia di Chieti presenti all'incontro, su invito del sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, che li ha chiamati a raccolta, insieme a Enrico Di Giuseppantonio, sindaco di Fossacesia e vice presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, e Nicola De Laurentis, sindaco di Archi, si sono registrati dei distinguo.  (LEGGI QUI)

Ora, mentre Borrelli lavora ad elaborare la delibera che le Giunte comunali dovranno approvare sotto forma di documento unitario da inviare al Governo, si leva un’altra voce critica, quella del primo cittadino di Altino (Ch), Vincenzo Muratelli. Assente alla riunione di Atessa per motivi di salute, Muratelli mette al centro del problema caro bollette l’impatto sociale che l’innalzamento dei costi di luce e gas sta già provocando su famiglie e attività. E si rivolge ai colleghi sindaci con una serie di interrogativi "Chiuderanno aziende e negozi - attacca - e non basterà spegnere le luci lungo le strade per salvarci. Oppure l'eliminazione delle luminarie, magari da mettere solo per pochi giorni durante le feste di Natale. All'aumento del 60% dei prezzi dell'energia che si abbatterà sui nostri conti nei prossimi mesi vanno ad aggiungersi, in inverno, quelli per il riscaldamento degli uffici pubblici. Siamo convinti che non avremo responsabilità spegnendo un lampione nel caso si verificasse un incidente? Io penso non sarà così a meno di provvedimenti della politica nazionale e del Regolamento sulla viabilità stradale. Ritengo che ci sia una sola opzione rivolta non al Governo entrante, ma alla politica nazionale per capire di cosa dovremo morire e se prima di farlo non convenga ridare indietro, come gesto forte, le nostre fasce. Pensiamo davvero che quando un fornaio o un'azienda qualsiasi o peggio strutture sanitarie o una scuola si vedranno costretti a pagare l'impossibile, noi saremo lì a dire che abbiamo spento tre ore le luci, sperando non accada nulla, e tutto sarà come prima nelle nostre comunità?" 

E propone: "Chiederò, con una nota alla Regione, che per il riscaldamento, si possa ipotizzare, per andare incontro alle famiglie, un provvedimento speciale che consenta di dare possibilità di tagliare, cdietro controllo, la vegetazione, di nessuna qualità, lungo i fiumi, ottenendo due risultati: la prima avere legna a basso costo e l'altra evitare, in caso di piogge, così come accaduto nelle Marche, di fare diventare i fiumi pericolosi, essendo manutenzione da anni".

"Pensiamo davvero che la Provincia, che non riesce a manutenere le strade, e a cui scriverò nei prossimi giorni, sia in grado di rispondere a ciò che ha scritto il Genio Civile, quindi la Regione, solo qualche giorno fa in merito alla pulizia dei fiumi in corrispondenza di ponti e attraversamenti stradali? Peggio è lo stesso invito fatto ai Comuni, liberandosi da responsabilità e caricandole sulle nostre spalle in qualità di autorità di Protezione civile senza soldi e senza uomini. Evidenzio anche ciò che è successo ad Altino in questi anni, con la costruzione dello sbarramento di Serranella, senza procedere a nessun intervento a monte, che ha evitato al pietrame di raggiungere la costa, impedendo così di avere materiale che aiutava il ripascimento. Non solo, nella zona di Scosse di Altino il livello dell'alveo fluviale ha superato le protezioni degli argini per l'accumulo di sedimenti che non vanno più lungo il loro percorso naturale. Sono scettico sul fatto che noi sindaci potremo da soli fare qualcosa per abbattere i conti dei Comuni, che cresceranno di pari passo con l'impossibilità dei cittadini di pagare le tasse".

In queste ore, dal Lazio, giunge una proposta dell’associazione Codici
rivolta ai sindaci italiani, per tutelare le famiglie più vulnerabili, gli utenti che rischiano il distacco perché non riescono a far fronte ai pagamenti, sempre più pesanti, con una spesa annua tra luce e gas per nucleo familiare di almeno 5.000 euro.

“In una situazione del genere – dichiarano Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici, e Giammarco Florenzani, di Codici Frosinone – bisogna organizzare una seria azione di difesa sociale, soprattutto dei più deboli. Il bonus gas e luce protegge solo una ristretta fascia di cittadini. Entro tre mesi, a condizioni invariate, si moltiplicheranno le famiglie che non riescono a pagare le utenze energetiche e si moltiplicheranno le procedure di distacco delle forniture. Tutti i sindaci dovrebbero raccogliere le istanze di famiglie con bambini piccoli, anziani ed invalidi in difficoltà con il pagamento , ed emettere ordinanze con un elenco specifico delle utenze di cui, per motivi di salute, si vieta il distacco ai distributori locali di luce e gas. Questa la nostra proposta ai sindaci del territorio per porre un freno ad un’emergenza energetica che diventerà un’emergenza sociale". 04 ott. 2022

FILIPPO MARFISI

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