"La celebrazione dell'anniversario della tragedia della miniera di Marcinelle, in Belgio, dove, l'otto agosto del 1956, persero la vita 262 minatori, in grande maggioranza italiani, e abruzzesi in particolare, è un'occasione significativa per rendere omaggio all'emigrazione italiana, alle sue tante vittime e a quanti, nella ricerca di una vita migliore, hanno sofferto sfruttamento, discriminazioni e razzismo". E' quanto afferma in un documento Mario Codagnone, della Fiom Cgil Chieti. "Allo stesso tempo - continua - richiama all'impegno per confermare e salvaguardare i valori profondi della Costituzione, a partire dal suo modello sociale: questi hanno trovato nel sacrificio di tanti lavoratori e di tanti emigranti la base materiale prima per il superamento dei conflitti e dei nazionalismi e poi per l'abbattimento delle frontiere. Negli anni Cinquanta del secolo scorso i lavoratori morivano lavorando in miniere prive della necessaria sicurezza, mentre il loro Paese li aveva abbandonati e dimenticati dopo averli scambiati per forniture di carbone. Oggi migliaia di immigrati vengono ancora respinti o costretti alla clandestinità, privati dei diritti fondamentali, quando non perdono la vita nel tentativo di raggiungere paesi che li respingono e li abbandonano al loro destino. Riempie di sgomento e di dolore vedere come la grande Tragedia di Marcinelle si possa ripetere drammaticamente, oggi giorno, nell'esperienza di quanti fuggono la miseria, la guerra e sperando in una vita migliore, finiscono nelle mani di moderni mercanti di schiavi, destinati ancora oggi all'emarginazione, al razzismo e allo sfruttamento". "Nello stesso spirito di allora - prosegue Codagnone - la Cgil, che sarà presente con l'Inca alle celebrazioni di Marcinelle, continua oggi il proprio impegno per il riconoscimento dei diritti dei migranti, una politica di accoglienza e di inserimento in una società multiculturale, la battaglia per la cittadinanza europea, la prospettiva di un'Europa dei Popoli, aperta ed accogliente, fondata sulla democrazia e l'uguaglianza e non succube alle sole regole dei mercati. Allo stesso modo il sindacato conferma la contrarietà a quelle decisioni del Governo che, attraverso una politica di tagli, della spesa destinata agli italiani nel mondo ed ai milioni di oriundi italiani, pratica la sostanziale liquidazione di ogni sostegno alla lingua e alla cultura italiane ed al mantenimento del legame con le comunità emigrate nel mondo che tanto hanno contribuito allo sviluppo economico dell'Italia e che possono ancora contribuire al superamento della crisi che l'Italia attraversa sostenendo e valorizzando la produzione e le esportazioni". 07 ago. '14

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