Stellantis Atessa. 'Dopo Gliwice in Polonia, per ex Sevel preoccupazioni arrivano dal Messico'

"Avevamo già segnalato, nel 2019, le criticità derivanti dall'apertura di una fabbrica "gemella" a Gliwice, in Polonia, voluta dall'allora Psa, per la realizzazione di modelli identici a quelli realizzati alla Sevel di Atessa (Ch). Nonostante le perplessità, quell'investimento venne accolto da alcuni come un'opportunità di espansione. Invece, come da previsioni, la produzione polacca ha portato a una riduzione dei volumi dello stabilimento della Val di Sangro, con conseguenti ripercussioni sull'indotto".

Così, in una nota, il segretario Fiom Chieti, Alfredo Fegatelli. 

"Oggi - continua il sindacalista - si registra una nuova fonte di preoccupazione per la ex Sevel, stavolta legata alla situazione in Messico. L'evidente calo, all'interno del sito di Atessa, delle produzioni per i fornitori e per il reparto dedicato al mercato dell'America Latina, solleva dubbi sulle strategie industriali di Stellantis. Resta da chiarire - dice Fegatelli - se si tratta di una semplice riorganizzazione o se invece l'azienda stia puntando a una completa autonomia produttiva in quell'area. Se così fosse, si tratterebbe di un'ulteriore ridefinizione delle attività produttive che potrebbe penalizzare, ulteriormente, lo stabilimento abruzzese e la sua rete di fornitori".

A complicare ulteriormente la situazione è la decisione dell'ex Sevel di "internalizzare alcune attività precedentemente affidate a ditte esterne. Questa scelta ha generato ricadute negative sull'indotto, aggravando le difficoltà lungo tutta la filiera e aumentando i dubbi sulle ricadute occupazionali". Negli anni, ad Atessa, si è già ridotto, di migliaia, il numero dei dipendenti. 

Insomma, oro quel che luccica non è certo oro. 

Fiom chiede "un intervento tempestivo della Regione e del Governo per affrontare queste criticità e garantire la tutela del lavoro". In una realtà produttiva che, negli anni, ha già ridotto, di migliaia, il numero dei dipendenti, passati da oltre 7mila ai 4.800 attuali e con circa 1.500 in cassa integrazione dallo scorso 10 giugno. 

"E' essenziale - rimarca il sindacato - fare chiarezza sulle strategie industriali di Stellantis e riconoscere il ruolo fondamentale delle nostre maestranze nel settore automotive. I lavoratori, il cui impegno ha contribuito in modo significativo alla crescita economica del territorio e del gruppo, meritano certezze per il futuro e la possibilità di continuare a sostenere lo sviluppo e l'export dell'industria locale". 20 feb. 2025

@RIPRODUZIONE VIETATA

 

totale visualizzazioni: 14452

Condividi l'Articolo