Stellantis Atessa. Lavoratore ex Sevel si urinò addosso, Cassazione conferma condanna azienda

La Corte di Cassazione, sezione lavoro, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Stellantis - ex Fca - contro la sentenza della Corte d’Appello dell’Aquila che confermava la pronuncia del Tribunale di Lanciano (Ch).

I fatti riguardano un grave episodio avvenuto nel febbraio 2017 nello stabilimento ex Sevel di Atessa (Ch), dove a un lavoratore non fu consentito l’uso dei servizi igienici durante il proprio turno. L’uomo, impossibilitato ad allontanarsi dalla postazione per andare in bagno, in assenza di un sostituto, fu costretto a urinarsi addosso e non gli venne neppure concesso di accedere agli spogliatoi per cambiarsi.

La vicenda, fin da subito denunciata dall’Unione Sindacale di Base -Usb, suscitò grande clamore mediatico e portò all’immediata proclamazione di uno sciopero. Il sindacato mise a disposizione dell'operaio la propria assistenza legale, dando avvio a un lungo iter giudiziario durato otto anni.

La Suprema Corte, in questi giorni, l'11 maggio, ha confermato, in via definitiva, che si è trattato di una lesione della dignità personale sul luogo di lavoro, in violazione dell’articolo 2087 del Codice civile. Stellantis è stata inoltre condannata alla rifusione delle spese legali. La Corte ha disposto, ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 196/2003, che nella diffusione dell’ordinanza siano omessi i dati identificativi del lavoratore.

L’Usb, in una nota, esprime soddisfazione per il risultato ottenuto, dedicando la vittoria alla memoria di Fabio Cocco, all’epoca coordinatore Usb Lavoro Privato Abruzzo, che si batté per denunciare i fatti. Cocco fu anche coinvolto in un procedimento per diffamazione aggravata, poi archiviato nel 2020 dai giudici di Lanciano.

Un ringraziamento, dal sindacato, viene rivolto all’avvocato Diego Bracciale del Foro di Chieti, che si è occupato del caso. 18 mag 2025

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