Atessa. 'In Abruzzo piu' traffici di rifiuti e crimini ambientali': cosi' il Rapporto Ecomafia di Legambiente

Nella regione verde d'Europa crescono i reati contro l'ambiente. Se in Italia sono aumentati del 16 per cento, in Abruzzo è stato registrato un incremento di oltre il 23 per cento rispetto alla media nazionale. "Ma il nostro Paese, nel 2017 si è caratterizzato per i tanti arresti effettuati per crimini ambientali e per il numero di inchieste sui traffici illeciti di rifiuti". E' quanto emerge dal Rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente, presentato in municipio ad Atessa, città che negli ultimi mesi è stata al centro di battaglie ecologiste. Nel dossier di Legambiente spiccano, in assoluto, le 538 ordinanze di custodia cautelare emesse, nel nostro Paese per reati ambientali (139,5 per cento in più rispetto al 2016). "Risultato importante sul fronte repressivo - dice Enrico Fontana, della segreteria nazionale di Legambiente e direttore de "La nuova ecologia" - frutto sia di una più ampia applicazione della legge 68, come emerge dai dati del ministero di Giustizia (158 arresti per inquinamento, disastro e omessa bonifica, con 614 procedimenti penali avviati, contro i 265 dell’anno precedente), sia di un vero e proprio balzo in avanti dell’attività delle forze dell’ordine contro i trafficanti di rifiuti: 76 inchieste per traffico organizzato (erano 32 nel 2016) con 177 arresti, 992 denunce e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati (otto volte di più rispetto alle 556 mila tonnellate del 2016), pari ad una colonna di tir che va da Trapani a Berlino. Il settore dei rifiuti, quello dei grandi affari, è quello dove si concentra la percentuale più alta di illeciti, che sfiorano il 24 per cento". Il Rapporto racconta un Abruzzo, piazzato più o meno a metà classifica nella comparazione tra regioni, in cui, nel 2017, sono stati scovati 823 reati ambientali, con 782 denunce e 217 sequestri. Le infrazioni accertate nella gestione del ciclo dei rifiuti sono state 249, con 279 denunce e 112 sequestri. In quest'ambito Chieti, al diciassettesimo posto, è la provincia abruzzese dove sono state stanate il maggior numero di illegalità. Poi c'è la piaga degli incendi boschivi, che si sono triplicati: in Italia sono stati 6.550, più o meno 18 al giorno, con danni per 154,4 milioni. La scorsa estate anche parte dell'Abruzzo andò in... fumo. Fu devastata da una serie di imponenti roghi: c'è stato quello scatenato, agli inizi di agosto, da un barbecue, nella piana di Campo Imperatore e che poi ha scavalcato la montagna fino a spostarsi dal versante Aquilano al Pescarese. E c'è stato quello, violentissimo, che per circa due settimane, ha bruciato migliaia di ettari di pinete e boschi nel Parco nazionale della Majella, una catastrofe. Per incendi dolosi e colposi, nella nostra regione, sono state rilevate 150 infrazioni, con 40 denunce. Altro capitolo è il racket degli animali, con pesca di frodo e bracconaggio: 183 le denunce. 

 
Mario Mazzocca, sottosegretario della Regione Abruzzo con delega all'Ambiente, complimentandosi per l'attività del Comune di Atessa, sottolinea l'impegno della Regione per l'ambiente: dalle bonifiche di discariche imposte dall'Unione europea, alla tutela delle acque, al neonato Piano rifiuti. “Abbiamo sventato ecomostri come la Powercrop in Marsica – evidenzia – , muovendoci per la tutela del territorio”. Tra gli argomenti anche la discarica di amianto progettata a Rocca San Giovanni e avversata da Comune e cittadini. “Finché non esisterà un Piano regionale per l'amianto - dice Mazzocca - non potranno essere realizzate discariche di questo genere”. Giuseppe Di Marco, responsabile Legambiente Abruzzo, pone l'accento sull'efficienza mostrata dal Comune di Atessa in materia ambientale. “Importante – dice – anche aver costituito un Comitato di sindaci che operano a difesa del territorio, in stretto rapporto con i cittadini e con le associazioni". Il sindaco, Giulio Borrelli, fa presente che Atessa e, più in generale, la Val di Sangro, ha visto in questi mesi una forte mobilitazione, contro la riattivazione dell'impianto ex Ciaf, per il trattamento di rifiuti speciali, e contro l'apertura di un impianto per i rifiuti ospedalieri infettivi, progetto della società Eugenio Di Nizio. Comune, sindaci del territorio e associazioni ambientaliste insieme, con i cittadini in prima linea. Per l'ex Ciaf un primo importante risultato è stato ottenuto: la Eco Eridania, intenzionata a rilevare gli impianti, ha rinunciato al progetto. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. Dobbiamo vigilare tutti insieme - rimarca Borrelli- affinché sia rispettata la programmazione regionale e non si creino condizioni che favoriscano progetti non compatibili e impattanti e, più in generale, affinché... le male piante non attecchiscano".
24 luglio 2018
 
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