Donna di Lanciano muore a 56 anni in ospedale a Vasto: Asl condannata. 'Sarebbe bastato un esame del sangue...'

Morì a 56 anni dopo essere passata per gli ospedali di Lanciano e Vasto. Poco più di 12 ore di visite e diagnosi che non hanno dato affatto conto di cosa soffrisse la paziente di Lanciano (Ch), spirata al nosocomio di Vasto (Ch), passata la mezzanotte dell’8 marzo 2011.

A Lanciano le fa male la schiena e non sta dritta; a Vasto, in serata, spira per sindrome aortica acuta. Alla fine sarebbe bastato un esame del sangue per capire che avesse. Ora il Tribunale civile di Chieti ha accertato la responsabilità sanitaria della Asl Lanciano – Vasto - Chieti che dovrà risarcire i due figli, maschio e femmina, per quasi 400 mila euro. La sentenza, depositata il 3 marzo, è del giudice Gianluca Falco. Asl condannata anche alle spese processuali e di lite.

Una vicenda molto lunga per dare giustizia agli eredi della vittima, patrocinati dall’avvocato Alessandro Di Martino. Quel triste giorno la paziente frentana è entrata al Renzetti verso le 10.13 per una sintomatologia caratterizzata da lombalgia, associata a riduzione di forza a carico degli arti inferiori. Visita prima al Pronto soccorso poi al reparto di Neurologia, dove non c’è neppure un posto letto disponibile. I familiari prendono così la madre e nel pomeriggio la portano a Vasto in ambulanza. All’ospedale San Pio la donna muore a mezzanotte e mezza. A vuoto ogni tentativo di rianimarla.

All’esame obiettivo d’ingresso veniva riscontrato condizioni generali buone della donna e seguirono altri accertamenti strumentali. Dopo il decesso i sanitari di Neurologia vastese hanno chiesto alla direzione sanitaria l’esecuzione di un esame radiografico total body post mortem a scopo diagnostico. All’esito dell’indagine la diagnosi è stata dissezione aorta addominale - toracica. Fibrillazione ventricolare.

Per accertare le responsabilità mediche il Tribunale ha nominato un collegio peritale composto dal dottor Ildo Polidoro, specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni, direttore Uoc Medicina Legale Asl di Pescara, e dal dottor Giulio Di Matteo, specialista in Chirurgia Vascolare e Dirigente Medico Uoc sempre della Asl Pescara. In giudizio la Asl frentana ha contestato la fondatezza degli avversi addebiti di responsabilità, assumendo la piena correttezza dell’operato dei propri sanitari; la impossibilità, nella specie, di diagnosticare una dissecazione dell’aorta sussistendo elementi che corroboravano la diagnosi di lombosciatalgia.

Per il Tribunale... “La mancanza di una adeguata valutazione diagnostica differenziale della sintomatologia presentata dalla paziente, ha generato una cascata di eventi che hanno condotto verso una direzione errata che ha allontanato, nel breve tempo a disposizione, i sanitari dalla diagnosi propria effettuata solo post mortem. Né a Lanciano né a Vasto furono eseguite indagini di laboratorio volte ad indagare la crasi ematica della paziente, né, ad esclusione dell’esame radiografico del rachide, fu eseguito un esame Eco-color Doppler vascolare benché la paziente lamentasse una improvvisa limitazione dell’autonomia di marcia e della stazione eretta. Furono omesse indagini diagnostiche di base".

"Nel caso esame – dice la sentenza - bisogna essenzialmente considerare che la condotta omissiva, colpevolmente tenuta dai sanitari, ha cagionato la morte della paziente mentre una diversa condotta, vale a dire una diagnosi corretta e tempestiva e adeguato trattamento, ne avrebbe consentito la guarigione chirurgica e clinica". 14 mar. 2023

WALTER BERGHELLA

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