
Stanze senza riscaldamento e scattano le proteste di familiari di pazienti ricoverati all'ospedale di Lanciano (Ch).
"Freddo... in corsia - dicono i parenti di alcuni degenti -. In tanti si sono lamentati in questi giorni, soprattutto quando le temperature esterne sono scese tanto da far registrare nevicate in montagna. L'autunno si è fatto sentire, insomma, anche dentro al "Renzetti", con malati – anche anziani e fragili – costretti a richiedere più coperte per difendersi dal... gelo".
"Mia madre batteva i denti, anche con la polmonite - rimarca un giovane del posto, visibilmente esasperato -. Sono dovuto tornare a casa a prendere una stufetta per rimediare, per rendere almeno più tiepido l'ambiente. E' mancanza di rispetto verso chi soffre".
Nei corridoi si respira un’aria... pungente, con visitatori costretti a restare con giacconi e piumini, e nelle stanze i pazienti cercano riparo sotto strati di plaid. "Ci si arrangia come si può", sospirano in molti.
Eppure la normativa parla chiaro. Il Decreto legislativo 81/2008, che disciplina la sicurezza nei luoghi di lavoro, prevede che il microclima negli ambienti sanitari debba garantire "temperature adeguate al tipo di attività e alle condizioni fisiche delle persone presenti".
In base alle disposizioni, è la direzione strategica della Asl Lanciano Vasto Chieti a decidere quando attivare i riscaldamenti e a regolarne il funzionamento. Una scelta gestionale che abbraccia, oltre che i presidi ospedalieri, anche i centri anziani.
Dal canto suo, la direzione sanitaria non ha ancora diffuso la nota ufficiale che dà il via all'accensione dei caloriferi. Però, almeno al "Renzetti", ha provveduto ad abbondanti forniture di coperte. Che evidentemente non bastano.
Perché nei reparti si improvvisano soluzioni di fortuna. 08 ott. 2025
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