Atessa. Schael in ospedale per i lavori. Borrelli: 'Ridateci i servizi. E la Regione si muova per incassare da Roma il riconoscimento di presidio di area disagiata'

"Il Pronto soccorso è di fatto un Punto di primo intervento perché non fa ricoveri. Il reparto di Medicina manca di dottori. Dell’area chirurgica per interventi multidisciplinari programmati non vi è tuttora traccia. Il distretto sanitario di base, smantellato in quattro e quattr’otto, nel marzo 2019, non è stato ancora riportato interamente ad Atessa".

Sono alcune delle lacune evidenziate dal sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, durante un sopralluogo effettuato, su invito del direttore generale della Asl, Thomas Schael, nell’ospedale “San Camillo de Lellis”, per verificare lo stato di avanzamento di alcuni lavori. "La nuova struttura di Endoscopia, sistemata nel reparto dell'ex Ginecologia, - scrive il primo cittadino sui social - dovrebbe essere ultimata alla fine di settembre. Per i locali del Pronto soccorso se ne riparlerà nei mesi successivi".
Nell’occasione il manager Asl ha comunicato di aver chiesto fondi europei del Pnrr "per interventi di adeguamento sismico dei presidi ospedalieri di Chieti e di Atessa".
Borrelli, ringraziando Schael per le informazioni fornite e per la disponibilità, ha manifestato le proprie preoccupazioni perché la riprogrammazione della rete ospedaliera, decisa dalla Giunta regionale, che prevede, fra l’altro, il riconoscimento per Atessa di area disagiata, non risulta finora approvata dal Tavolo romano di monitoraggio. Gli ostacoli sembra che derivino ancora da una non definita allocazione dei Dea di secondo livello, cioè dei superospedali, in base ai parametri imposti dalla legislazione vigente.

"Appellandosi alla 'ragione del cuore', - afferma Borrelli - vorremmo coltivare un sano ottimismo circa l’approvazione dell’ultima proposta di riorganizzazione dell’intera rete ospedaliera regionale, formulata dall’attuale Governo di centro-destra, così da poter mettere la parola fine all’annosa vicenda del riconoscimento del nostro ospedale, quale  al servizio di un’area particolarmente disagiata. Leggendo, tuttavia, le carte ed ascoltando le parole ed alcune mistificazioni fatte nell’ultima manifestazione di piazza tenuta in Atessa da assessori e consiglieri regionali, nonché da consiglieri comunali di opposizione, siamo presi da legittimi dubbi e dal 'cuore della ragione' ".

"Nel 2016, - fa presente - in applicazione al decreto Lorenzin, la precedente Giunta regionale di centro-sinistra, aveva effettivamente declassato il nostro ospedale in Pta, cioè ospedale di comunità. E’ sufficiente, però, andarsi a rileggere la copiosa rassegna stampa dell’epoca, per ricordare, a chi avesse perso la memoria, che tale decisione fu aspramente criticata ed osteggiata dall’allora gruppo comunale di opposizione e dall’attuale sindaco e dal movimento civico, che appoggiava, allora, l'amministrazione regionale". Ci furono sfilate di protesta, alle quali ha preso parte Borrelli, contro il Governo regionale, "non guardando in faccia - rammenta il sindaco in carica - ad appartenenze e a convenienze politiche, contrariamente a quanto fatto dai gruppi del centro destra locale e dagli attuali consiglieri comunali di opposizione, in occasione della scelta immotivata - ed unica in Italia - di smantellare un ospedale ed un distretto sanitario di base  per adibirlo interamente alla cura di pazienti Covid non gravi. Da quella dura e coerente protesta, appoggiata dai sindaci del nostro territorio, scaturì il ripensamento del Governo regionale dell'epoca, che non fu certo dovuto a particolari "ammiccamenti" o favoritismi". 

"Quale è stato, però, - riflette Borrelli - la grande differenza e il punto di svolta, tra il 2016 ed il 2017, quando si è insediata la nostra amministrazione comunale? Mentre i rappresentanti della precedente amministrazione comunale - rintuzza - si limitarono esclusivamente alla "protesta", formulando solo irrealizzabili e fantasiose proposte, ripetute anche durante l’ultima pandemia (mega ospedale della Val di Sangro, Covid hospital, Irccs), la nostra amministrazione ha intuito e individuato, subito, invece, quella che – a legislazione vigente – era e rimane l’unica possibilità di sopravvivenza del nostro ospedale, appunto quella del riconoscimento di ospedale di area disagiata. Ha iniziato, quindi, alacremente a lavorare per produrre studi e documenti unitamente all'Agenzia regionale sanitaria, per dare dignità e concretezza a questa proposta. Comprendiamo la difficoltà del consigliere Enzo Pellegrini nel riconoscere, ora, tale verità". Che i documenti confermano".

"Quel riconoscimento - dice Borrelli - è frutto di una nostra coerente azione e proposta politico-amministrativa, che non ci è stata "regalata". Quel riconoscimento, ieri come oggi, - prosegue - è fermo davanti al Tavolo romano di monitoraggio, che non sembra disposto a cambiare opinione dopo tutti i chiarimenti e le integrazioni richiesti alla Regione Abruzzo sulla riorganizzazione dell'intera rete ospedaliera e, finora, mai esauditi. Ci sono poi fondati dubbi sulle procedure seguìte e espresse, per iscritto, dallo stesso Ufficio legislativo del Consiglio regionale, ma omesse nella narrazione di piazza. Da chi in passato si è voluto ergere a gran "censore" delle procedure seguìte dalla precedente Giunta regionale, ci si aspetterebbe un po' più cautela e maggiore chiarezza". 14 ago. 2021

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