Sanità. Thomas Schael a Torino... cade in disgrazia: siluramento da parte della Regione

A soli sei mesi dalla nomina, il commissario "teutonico" della Città della Salute, Thomas Schael, ex dirigente Asl Lanciano Vasto Chieti, sta per essere messo alla porta. 

Un mandato quinquennale polverizzato in meno di sei mesi. Un terremoto politico differito a "dopo l'estate" per non guastare le vacanze, ma la cui scossa è già stata registrata.  L'annuncio, seppur non ancora formalizzato da una nota ufficiale della Regione Piemonte, è lapidario: l'assessore alla Sanità di Fratelli d'Italia, Federico Riboldi, ha ritirato la fiducia. Game over.

Ufficialmente, o quasi, il problema sarebbe lo stile. Schael, il "manager di valore" ma dal carattere "teutonico", avrebbe peccato di arroganza. Ma era davvero possibile risanare un "colosso traballante" come la Città della Salute – il polo sanitario più grande d'Europa? La Regione si aspettava un miracolo senza scossoni, una ristrutturazione indolore dove posizioni di potere consolidate e sacche di inefficienza si dissolvessero per magia. Invece non è stato così.

Se lo stile è stato il pretesto, il casus belli ha un nome e un cognome: Cimo-Fesmed. La sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino, che ha condannato l'azienda per attività antisindacale, è stata la pietra tombale sul suo mandato. Un verdetto che lo ha delegittimato agli occhi dei suoi avversari e ha fornito all'assessore Riboldi l'arma definitiva per sferrare il colpo. I rapporti con le sigle sindacali, mai stati idilliaci, si sono trasformati in una guerra aperta. 

Dietro la cortina fumogena dello scontro caratteriale e sindacale, si agita il più classico dei giochi politici. L'assessore Riboldi, esponente di punta di Fratelli d'Italia, aveva bisogno di dimostrare chi comanda. L'insofferenza per un manager percepito come un corpo estraneo, ingestibile, è cresciuta fino a diventare una questione di principio. La sua rimozione è un atto di forza, un messaggio chiaro. Anche il presidente Alberto Cirio, pur tentando una mediazione per un'uscita più morbida, alla fine ha dovuto prendere atto della rottura insanabile.

Sull'accaduto interviene il Pd Abruzzo, che con il cpaogruppo in Regione, Silvio Paolucci, scrive: "L’ex direttore generale della Asl 2 Abruzzo Thomas Schael, dopo quasi sei anni di reggenza a Chieti, a Torino è durato meno di sei mesi. Una differenza temporale che dice più di tante parole. Lì evidentemente non è servito molto tempo per valutare esiti e approccio gestionale, mentre da noi abbiamo pagato a lungo e ancora paghiamo il conto salato delle sue scelte, delle tante promesse mancate e di una gestione che ha lasciato il segno solo per i problemi che ha generato".

"Il Distretto sanitario chiuso a Chieti Scalo senza alternativa, i presìdi territoriali mai realmente potenziati, gli investimenti sull'edilizia sanitaria e il Pnrr mai partiti, la rete di emergenza e urgenza smantellata in tutta la provincia, le decisioni verticistiche non condivise con i territori, la perdita di servizi essenziali per i cittadini, l'enorme deficit della Asl nonostante i tagli: questo è il lascito che ancora oggi pesa sulla sanità locale – incalza Paolucci - . Fa quasi sorridere, se non ci fosse da riflettere seriamente, che laddove servivano risultati rapidi e tangibili, la direzione sia stata archiviata nel giro di pochi mesi. Qui, invece, è rimasta a lungo, senza lasciare una traccia particolarmente memorabile, se non quella dei disagi vissuti dai cittadini. Il “modello Schael”, tanto decantato da Marsilio, alla prova dei fatti si è rivelato per ciò che era: un esperimento malriuscito".  08 ago. 2025

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