Ospedale Lanciano. Trasformata in ripostiglio la saletta d'attesa per pazienti anticoagulanti, è protesta
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Per 28 anni è stata una stanza accogliente, punto di riferimento di molti pazienti che potevano contare non solo su un luogo dove sostare ma soprattutto chiedere informazioni, fugare un dubbio, mettere a tacere una preoccupazione grazie alla presenza del medico. Era la sala d’attesa del Centro di sorveglianza anticoagulanti di Lanciano (Ch), situata, all'interno dell'ospedale "Renzetti", adiacente al Laboratorio analisi.

Ora, sono circa tre mesi, questo posto non esiste più. E’ diventato una sorta di magazzino (VEDI FOTO). "In questi anni di volontariato al servizio dei pazienti in terapia anticoagulante (Tao) abbiamo davvero fatto tanto, organizzato incontri, convegni e soprattutto favorito uno scambio costruttivo tra medico e paziente – spiega Felice Ucci, presidente dell’Associazione Italiana pazienti Anticoagulati a Lanciano – oltre ad attività culturali e ricreative. Un lavoro importante che è stato portato avanti con dedizione e grande spirito di servizio. E’ stata grande la delusione nel vedere all’improvviso un luogo che era fondamentale per i pazienti, specie per gli anziani, trasformato inspiegabilmente in ripostiglio. Difficile comprendere una scelta che penalizza i cittadini”.

Per 28 anni, i pazienti hanno potuto usufruire non solo di una sala d’attesa ma della presenza quotidiana di un dottore. La cura, l’attenzione, la disponibilità, la gentilezza sono determinanti quando si combatte con una malattia. "Sono profondamente dispiaciuto per questa situazione che sta creando non pochi disagi ai malati. Tengo inoltre a precisare che come associazione forniamo anche un servizio ai turisti: in questi anni in molti si sono rivolti a noi. Ho scritto all’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì; alla Direzione della Asl Lanciano Vasto Chieti e alla Direzione sanitaria dell’ospedale e mi auguro ci siano risposte positive".

In effetti stupisce che finora non ci siano stati chiarimenti da parte dei vertici della Asl e dall’assessore, ma soprattutto non si comprende come mai una stanza che per 28 anni, non per qualche mese, è stata utilizzata da un’associazione con l’unico obiettivo di dare aiuto, di snellire procedure, di fornire un sostegno concreto al malato, venga, senza alcuna spiegazione, smantellata e non per un uso legato alla cura.

"Faccio volontariato da decenni con convinzione, - riprende Ucci -, so bene quanto sia importante per un malato trovare conforto e solidarietà. In questi anni ci siamo adoperati per garantire un servizio sempre attento ed efficiente, preoccupandoci anche di aiutare chi non poteva venire. Quella piccola sala d’attesa, provvista, grazie all’associazione, anche di aria condizionata era un punto di riferimento. Adesso chi viene, non sa nemmeno a chi chiedere oltre a non avere un posto dove sostare. Sono già tanti i pazienti che si lamentano, che protestano e che rimpiangono la tranquillità di quella stanza. Il mio auspicio è che gli organi competenti si adoperino per risolvere questa situazione, per i malati e per consentire all’associazione che presiedo di continuare a svolgere anche all’interno dell’ospedale un'attività seria e costruttiva". 12 giu. 2024

PINA DE FELICE

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