Debiti e tagli: la sanità al centro dello scontro tra Pd e l'assessore Verì

Si accende lo scontro tra i Dem e la giunta Marsilio con un botta e risposta a distanza che vede al centro di una polemica senza fine il forte disavanzo della sanità e la drastica riduzione di investimenti su altri settori che avrebbero subito la scure di tagli per decine di milioni di euro.

Il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci insieme ai consiglieri Antonio Di Marco, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Sandro Mariani, Pierpaolo Pietrucci e al segretario regionale Daniele Marinelli attacca pesantemente la maggioranza di centrodestra e lo fa con un lungo elenco di numeri, dati e grafici che raccontano una situazione che il Pd definisce “allarmante con 200 milioni di tagli complessivi, di cui 157 solo al sistema sanitario, gli altri 46 milioni interessano servizi essenziali quali i trasporti, cultura, politiche giovanili, turismo, agricoltura”. I debiti esorbitanti, l’assenza di una programmazione concreta, le chilometriche liste di attesa che costringono molti cittadini ad andare fuori regione e quelli che possono permetterselo a ricorrere ai centri privati, senza contare “senza contare i tanti che rinunciano addirittura a curarsi, sono 60 mila i cittadini – precisa Paolucci che in più occasioni ha fatto il punto sulla condizione in cui versa la sanità abruzzese e in particolare la Asl Lanciano Vasto Chieti – privi del medico di base e operatori del 118. A soffrire di queste carenze sono soprattutto i centri delle aree interne, un problema serio evidenziato anche dai sindaci di quei paesi che maggiormente patiscono criticità e disservizi”.

E la risposta, altrettanto dura, dell’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì non si è fatta attendere. Non solo respinge le accuse al mittente ma rincara la dose stigmatizzando con forza l’operato del centrosinistra quando era al governo della Regione. “Non è più tollerabile vedere chi non ha investito un centesimo nella sanità regionale ergersi oggi a paladino della buona gestione.
Tengo a ricordare  che il centrosinistra, tra il 2014 e il 2019, ha gestito la sanità con un unico obiettivo: uscire formalmente dal commissariamento. E lo ha fatto utilizzando l’accetta: nessuna assunzione, zero investimenti in grandi apparecchiature e attrezzature sanitarie, fondi per la rete territoriale utilizzati per coprire i disavanzi dell’epoca – spiega l’assessore – e questo è testimoniato dalle carte e dai dati oggettivi. E’ stato il governo Marsilio ad aver messo fine ad anni di precarizzazione dei rapporti di lavoro esternalizzati e siamo stati sempre noi a varare un piano di investimenti nel rinnovo del parco tecnologico, perché chi ci aveva preceduto aveva lasciato in eredità macchine vecchie di oltre 20 anni. Senza considerare che non esisteva alcun servizio digitale per i cittadini, che hanno iniziato a poterne usufruire solo a partire dal 2020. Con il loro sistema sarebbe stato semplice far quadrare i conti, ma la realtà è che quello che abbiamo trovato non permetteva neppure di assicurare le prestazioni minime. E tutto questo per quale scopo? Per intestarsi la bandierina dell’uscita dal commissariamento, che non è mai avvenuta nei fatti, visto che ogni atto è sottoposto alla lente di ingrandimento dei ministeri affiancanti”.E che la sanità abruzzese sia sotto lo sguardo vigile degli organi ministeriali che hanno pure chiesto una programmazione chiara, è un dato di fatto ed è anche un punto su cui si è concentrata l’attenzione dell’ex assessore alla sanità Paolucci che spesso ha ribadito la mancanza di una seria pianificazione.

“Ma nemmeno il centrosinistra ha mai adottato gli atti di programmazione – replica la Verì - , la rete ospedaliera del 2016 non è mai stata assentita dal ministero, sull’assistenza territoriale non esisteva alcuna pianificazione e non si era mai parlato di edilizia sanitaria. Siamo stati noi a recuperare i 400 milioni che giacevano a Roma da oltre 25 anni e a far partire le procedure, che sono tutte in corso. E’falso parlare di risorse inutilizzate, semplicemente perché non è così e tutte le Asl stanno lavorando sui progetti, alcuni dei quali sono in fase molto avanzata”.

L’assessore però non nasconde l’attuale difficile momento. “Mi si accusa di narrazione troppo ottimistica ma credo sia importante mettere in luce gli aspetti positivi del nostro sistema, perché sono risultati centrati grazie al lavoro di tutti: Asl, Dipartimento e Agenzia Sanitaria. Non mi pare che qualcuno abbia negato le difficoltà, ma non è giusto rappresentare tutto come un qualcosa di completamente allo sbando. L’opposizione fa il suo lavoro, ma torno a ribadire che il consenso non si costruisce solo distruggendo e coprendo di fango il lavoro altrui”.
E sul fronte della mobilità passiva e delle liste d’attesa l’assessore puntualizza. “
“Non mi pare che negli anni del centrosinistra la mobilità passiva non esistesse o avesse dimensioni diverse: il 2018, ad esempio, si è chiuso complessivamente a meno 105 milioni eppure non ricordo di aver trovato nei cassetti dell’Assessorato un piano su come affrontare il fenomeno, che sappiamo tutti benissimo sconta molteplici fattori, la gran parte dei quali non governabili da chi amministra. Un esempio? La quasi totalità delle prestazioni in mobilità passiva riguardano la bassa e la media complessità, mentre sull’alta complessità gli abruzzesi si curano nei nostri ospedali, riconoscendo la qualità dei servizi offerti”.

Rispetto alle liste di attesa la Verì afferma che si tratta “di un problema comune non solo a tutta Italia, ma a tutti i sistemi sanitari universalistici come quello italiano” e rimarca che “ il precedente governo non ha mai adottato alcun provvedimento in tal senso, lasciando che tutto proseguisse come niente fosse. I piani di governo delle liste d’attesa, con i relativi stanziamenti,pari a quasi 76 milioni di euro tra il 2019 e il 2023, sono targati centrodestra e anche questo non è smentibile”.  Sul disavanzo e sui livelli essenziali di assistenza l’assessore conclude con una precisazione “Sono andata a verificare il disavanzo certificato nel 2018 e si parla di un’assegnazione alle Asl di 88 milioni di euro per coprire i disavanzi del 2017 e del 2018. Credo, quindi, che sia sufficiente questo per confermare che la minoranza non può dare alcuna lezione. Sui Lea le proiezioni sul 2024 ci danno in piena adempienza in tutti e 3 gli ambiti,ospedaliera, territoriale e prevenzione. Tengo però a sottolineare che gli attuali parametri non possono essere comparati con quelli del passato, perché il sistema di calcolo è stato completamente rivisto e dunque non è detto che con la nuova metodologia i dati degli anni del centrosinistra siano positivi”. E mentre si consuma l’ennesimo e sicuramente non ultimo scontro tra maggioranza e opposizione sulla “questione sanità” i cittadini continuano a fare i conti con una serie di problemi che chissà quando saranno davvero risolti.  29 lug. 2025

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